L'accesso a Twitter in Turchia è stato bloccato dalle autorità con l'obiettivo di rimuovere le immagini pubblicate sul social network riguardanti l'attacco avvenuto lo scorso lunedì a Suruc. La decisione è stata presa in seguito all'ordinanza di un tribunale che prevedeva la rimozione di tutti i contenuti fotografici e video legati all'attacco dai social network e dai canali di comunicazione. I giudici avevano inoltre specificato che i portali che non si fossero adeguati all'ordinanza sarebbero stati bloccati e, di conseguenza, non sarebbero stati raggiungibili dall'interno del paese.
Twitter ha avuto circa quattro ore di tempo per individuare ed oscurare 107 immagini, ma al termine del tempo concesso dalle autorità ne aveva bloccate solo 50. Da qui è scaturito l'oscuramento del sito web, almeno fino a quando le restanti 57 non sono state rimosse. Quasi tutte riportavano l'hashtag #suructakatliamvar. La decisione del giudice ha inoltre coinvolto quotidiani e televisioni, i quali non avevano la possibilità di pubblicare immagini e video legati all'attacco terroristico. Dopo che il social network ha oscurato tutti i contenuti, le autorità hanno eliminato il blocco del portale, che ora è raggiungibile da tutto il paese.
La Turchia non è nuova a questo tipo di censura. A gennaio, per esempio, il tribunale di Ankara aveva imposto a Facebook di chiudere diverse pagine del social network che si prendevano gioco di Maometto. La notizia non dovrebbe sorprendere più di tanto visto che, come riportato all'interno del Transparency Report del social network, la Turchia è il secondo Paese al mondo per numero di richieste di censure (1893), secondo solo all'India (oltre 4000). A febbraio, invece, lo stesso Twitter aveva pubblicato il suo Rapporto Trasparenza, all'interno del quale indicava proprio che nell'ultimo anno in Turchia le richieste di censura sono aumentate del 150%.