Twitter ha denunciato il governo americano, affermando che il primo emendamento – quello sulla libertà di parola – è stato violato dalla legge che prevede di non rilasciare informazioni sul numero di richieste di dati pervenute da parte delle autorità del governo.
Twitter ha infatti la possibilità di quantificare le richieste legate alla sicurezza nazionale con numeri molto vaghi, affermando per esempio che le domande sono state tra "0 e 999". Un elemento che non va giù al social network, il quale vorrebbe poter essere più chiaro sulle richieste che riguardano i dati sensibili dei suoi utenti.
"Quando il governo interviene in questioni legate alla libertà di parola, il primo emendamento richiede che lo faccia nella maniera meno invasiva possibile" si legge all'interno della denuncia di Twitter "Negli ultimi mesi il governo non ha assolutamente rispettato questa legge".
Fin da quando i documenti appartenenti al progetto PRISM hanno cominciato a circolare in rete nel 2013, le compagnie tecnologiche hanno fatto pressioni riguardo la possibilità di pubblicare più informazioni sul numero di dati che sono costrette ad inviare alle autorità. Questo clima di ostilità è culminato, durante i primi mesi del 2014, in un accordo che ha permesso la pubblicazione delle richieste della NSL (National Security Letter) e della FISA (Foreign Intelligence Surveillance Act), ma sempre utilizzando numeri molto approssimativi. L'accordo, però, è stato stipulato dal governo con Facebook, Google, LinkedIn, Microsoft e Yahoo. Twitter, invece, è stato lasciato fuori.
Il social network, ovviamente, non è contento di questa situazione e sta combattendo per invalidare questo accordo e permettere a tutte le aziende di pubblicare liberamente i dati completi legati alle richieste del governo. "Crediamo di essere perfettamente in linea con il primo emendamento quando diciamo che vogliamo rispondere ai dubbi dei nostri utenti e rilasciare le informazioni sulla sorveglianza del governo americano" ha affermato Ben Lee, uno degli avvocati di Twitter "Dovremmo essere liberi di farlo e non, come accade ora, seguendo linee guida approssimative".
Twitter spera che questa causa possa permettergli di pubblicare la versione completa del documento sulla trasparenza.