Twitter e Ask.com puntano ad una Rete più sicura
Il tema del cyberbullismo e dei "disturbatori sistematici", meglio conosciuti come "troll" è ormai al centro dell'attenzione delle cronache, per fatti gravi che sono accaduti negli ultimi tempi. Certo, non è corretto mettere sullo stesso livello i due fenomeni, ma le notizie degli ultimi giorni evidenziano ancora una volta che di fronte a questi due fenomeni la Rete deve muoversi, per proteggere gli utenti e per fare in modo che le conversazioni possano svolgersi nel modo più tranquillo possibile, consentendo ovviamente anche la discussione più accesa, ma senza degenerazione. Obiettivo difficile, ma il fatto che Twitter prometta di rivedere le proprie linee di condotta e anche la recente acquisizione di Ask.fm da parte di Ask.com, è sintomo che la presa di coscienza dei fenomeni comincia ad essere sempre più forte e sempre più forte è l'esigenza di avere una Rete sempre più sicura.
Per quanto riguarda Twitter, nei giorni scorsi si è verificato un intervento diretto da parte dell'azienda a seguito dell'abbandono del social network a 140 caratteri di Zelda William, la figlia dell'attore Robin William recentemente scomparso. La ragazza, 25enne, nelle ore immediatamente successive ha espresso il suo dolore per la scomparsa del padre anche dal suo profilo Twitter (account verificato che vanta un seguito di oltre 230 mila followers), ma è stata presa d'assalto da utenti che hanno cominciato a bersagliarla di messaggi molesti. Effettivamente si era di fronte ad una insopportabile degenerazione. Il 13 agosto Zelda twitta che avrebbe abbandonato la piattaforma "per un lungo periodo", ma avrebbe chiesto ai suoi stessi followers di fare una petizione per chiedere a Twitter maggiore protezione per casi come questi.
I'm sorry. I should've risen above. Deleting this from my devices for a good long time, maybe forever. Time will tell. Goodbye.
— Zelda Williams (@zeldawilliams) 13 Agosto 2014
E così è stato. A distanza di pochi giorni, Twitter risponde, attraverso Del Harvey, vice presidente del social network per il settore fiducia e sicurezza:
"Non saranno tollerati più abusi di questa natura su Twitter. Abbiamo sospeso un numero di account relativi al problema e stiamo valutando come poter ulteriormente migliorare le nostre linee di condotta per gestire meglio situazioni come questa".
"Ciò include aumentare le nostre norme riguardo l'autolesionismo e le informazioni private e migliorare il supporto per i familiari di membri deceduti".
Il messaggio è una chiara risposta a quello che chiedeva Zelda Williams e mostra l'intenzione di Twitter di usare la mano forte in queste situazioni. Evidentemente si è andati oltre il sopportabile.
E, sempre restando sullo stesso argomento, a distanza di poche ore da questi eventi, giunge la notizia che Ask.com, quello che era nato come motore di ricerca poi trasformatori in un sito di domande e risposte, ha acquisito Ask.fm, social network di domande e risposte però in forma anonima, ma noto solo per gravi fatti relativi al cyberbullismo. Un acquisizione fatta proprio per rendere il settore Q&A (questions and answers) più sicuro. Ma anche per fare in modo che i due marchi non venissero più associati, come invece spesso è accaduto nei casi più gravi.
Doug Leeds, CEO di Ask.com ha dichiarato che l'operazione non sarebbe andata in porto se alla base non ci fosse stata l'intenzione di rendere il sito "un luogo più sicuro". Questa acquisizione segna l'ingresso di Ask.com nel settore dei social network. AskJeeves, questo il primo nome di quello che sarebbe dovuto diventare un motore di ricerca nel 1995, oggi conta 180 milioni di utenti attivi al mese. Leeds precisa anche che questa operazione darà vita ad un nuovo staff che non comprenderà nessuno di quelli di Ask.fm, un segnale chiaro nella direzione di voltare pagina, per far si che gli utenti possano usare il sito in modo sicuro.
In seguito a questa acquisizione, la IAC, la società che ha la proprietà di Ask.com, ha siglato un accordo la Procura Generale di New York e di quella del Maryland (Usa), allo scopo di dare un vita ad un vero piano di regole per frenare i fenomeni di cyberbullismo.
Insomma, questi due sono chiari esempi che esiste orma una chiara esigenza di rendere i siti e, soprattutto, i social network liberi da fenomeni che impediscano il normale scambio di opinioni che sfocia anche in episodi ben più gravi.