Non è una novità: il cibo fa parte degli elementi più twittati dagli utenti del popolare social network di micro blogging. Un trend che, almeno in teoria, può consentirci di avere una panoramica globale su ciò che ingeriamo e, di conseguenza, sul nostro stato di salute. È l'idea alla base di una ricerca condotta dall'Università dello Utah e pubblicata sul JMIR Public Health and Surveillance, la quale ha analizzato più di 2,8 milioni di tweet inviati negli Usa e, in particolare, nelle località di New York, San Francisco e Salt Lake. I risultati, com'era facilmente immaginabile, sono estremamente calorici.
"Caffè" è la parola legata a cibi e bevande più twittata dagli americani, mentre al secondo e terzo posto si trovano rispettivamente "birra" e "pizza". Segue "Starbucks", che i ricercatori hanno inserito all'interno della categoria fast food, per poi arrivare al primo cibo indicato come salutare solo al settimo posto: il pollo. Ancora più interessante, secondo i ricercatori, è il dato sulla geolocalizzazione: incrociando i dati, gli autori hanno scoperto che gli utenti residenti nei quartieri più poveri sono maggiormente propensi a twittare sul junk food, elemento che potrebbe fornire alla ricerca una rilevanza sociale per migliorare la proposta culinaria di determinati quartieri.
Insomma, se da un lato è vero che i tweet sono sempre più calorici, dall'altro questa ricerca va presa con le pinze. I limiti, infatti, sono evidenti: il social network è caratterizzato da uno zoccolo duro di utenti d'eta compresa tra i 18 e i 49 anni, lo studio ha coinvolto solo gli Usa e si è basato sull'algoritmo di analisi di Twitter, preciso solo all'85 percento. Inoltre, come sottolineano gli stessi studiosi, gli utenti preferiscono sicuramente condividere l'immagine di un piatto ricco rispetto a quella di un'insalata scondita.