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Twitter ha bloccato una campagna del governo francese sulle elezioni europee

Sta suscitando molte polemiche la decisione di Twitter di bloccare una campagna del ministero dell’interno francese che esortava i cittadini a votare per le elezioni europee di fine maggio. La decisione della società guidata da Jack Dorsey trova la sua motivazione nel fatto che la stessa campagna poteva addirittura violare la recente legge francese sulle fake news.
A cura di Francesco Russo
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Sta suscitando molte polemiche la decisione di Twitter di bloccare una campagna del ministero dell'interno francese che esortava i cittadini a votare per le elezioni europee di fine maggio. La decisione della società guidata da Jack Dorsey trova la sua motivazione nel fatto che la stessa campagna poteva addirittura violare la recente legge sulle fake news, la legge approvata a fine dicembre dello scorso anno. La campagna #OuiJeVote, che sarebbe stata anche sponsorizzata dal governo, in pratica non è potuta partire sulla piattaforma da 280 caratteri perchè Twitter ha deciso di non approvare campagne a sfondo politico, una posizione diversa da quella adottata da Facebook o da Google che hanno deciso di approvare misure specifiche.

Twitter ha quindi deciso di cancellare una campagna politica, anche se con una grossa valenza di comunicazione pubblica, per non porsi il problema se la stessa campagna possa o meno violare la norma anti bufale approvata a fine dicembre dello scorso anno. È quello che in pratica è accaduto in Francia, dove la campagna #OuiJeVote, voluta dal ministero dell'Interno francese, sarebbe dovuta partire, quindi in forma sponsorizzata, per invitare i cittadini a votare alle prossime elezioni europee di fine maggio. Si trattava quindi di una semplice campagna informativa, a sfondo politico certo, ma che non lasciava alcun dubbio sul valore informativo dell'operazione. Twitter, di fronte al rischio di poter violare la norma sulla fake news, ha però deciso di non proseguire, bloccando la campagna.

La legge contro le fake news approvata lo scorso 22 dicembre, "sulla manipolazione dell'informazione", è stata fortemente voluta dal presidente Emmanuel Macron e adottata in autunno dal Parlamento. La norma obbliga fra l'altro le principali piattaforme digitali a fornire le informazioni sulle pubblicità politiche remunerate che diffondono, al fine di evitare manipolazioni o ingerenze elettorali.

Mentre Google e Facebook hanno adottato disposizioni in questa direzione, "Twitter non riesce a farlo oggi – spiega il governo francese in una nota – e ha quindi deciso di perseguire una politica estrema, quella di tagliare tutte le campagne di natura politica". Dalla parte governativa si sottolinea però che "la campagna bloccata da una decina di giorni è di incitamento ad iscriversi per il voto, è una campagna di informazione pubblica e non politica o di un partito".

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