Twitter, inizio d’anno terribile per il titolo a Wall Street
Twitter sbarca ufficialmente a Wall Street il 7 Novembre del 2013 e grande fu l'entusiasmo che l'evento suscitò. Il popolare social network, oggi guidato dal CEO Dick Costolo e fondato da Jack Dorsey, Evan Williams e Biz Stone, non era certo il primo ad approdare a Wall Street, ricorderete certamente l'altro grande sbarco quello del più grande social network, quale è appunto Facebook. Ma oggi cosa è successo a Twitter dal giorno del suo approdo alla Borsa di New York, perchè il titolo è ormai da diversi giorni in calo continuo. Va detto che il prezzo per azione, sulla base di quelle che erano state le valutazioni finanziarie, era stato fissato a 26 dollari, ma il 7 Novembre, primo giorno di quotazione, il titolo schizzò quasi da subito a 45 dollari e da qui l'entusiasmo lievitò. Il titolo crebbe anche nei giorni successivi a ritmi altalenanti arrivando ad un massimo di 75 dollari. Ma da dicembre il titolo soffre e ieri è arrivato a 59,45 dollari, in calo dell'1,64% rispetto alla giornata precedente. E oggi, come prevedono gli analisti, non ci dovrebbero essere tante sorprese.
Ma perchè succede questo? Si può parlare di nuova bolla tecnologica, dopo quella degli anni 2000 che video lo sbarco in Borsa di Google? Alcuni esperti credono che questa sia l'Era della "Bolla Tecnologica 2.0". Già perchè intanto siamo di fronte ad un fenomeno di grande crescita dei social network dal punto di vista finanziario, Facebook è appunto il primo esempio da questo punto di vista, e ora tocca a Twitter. Anche Facebook, subito dopo lo sbarco in Borsa conobbe un forte deprezzamento, arrivando a toccare anche i 17 dollari per azione, dai 38 dollari iniziali. Insomma, stiamo parlando comunque di titoli soggetti ad un elevato tasso di volatilità, ma siamo, ed è questo l'aspetto più interessante, di fronte ad aziende quotate in Borsa senza avere un modello di business ben chiaro e specifico. Siamo di fronte dunque a delle mere operazioni finanziarie che sfruttano l'elevato potenziale che hanno queste realtà, esponendole comunque a rischi molto elevati. Questa può essere una delle spiegazioni del crollo del titolo di Twitter ad oggi. Ma c'è dell'altro
Basta (per modo di dire) una valutazione di rating negativo per ottenere una valutazione molto negativa finanziario del titolo. Ed è proprio quello che sta accadendo a Twitter (Nasdaq: TWTR). Infatti, nei giorni scorsi Morgan Stanley ha etichettato il titolo TWTR come "underweight", volendo tradurlo letteralmente sarebbe "sottopeso", dunque un giudizio pesante in questo contesto. Intanto pare che si stiano avviando le procedure per un rating del titolo come "underperform". Insomma un inizio d'anno davvero terribile per Twitter. Ma a parte questo, c'è da dire che la valutazione non arriva da un ente finanziario qualsiasi, perchè Morgan Stanley è uno, dei più importanti anche, sottoscrittori a Novembre scorso dell'offerta pubblica iniziale, e questo è molto preoccupante.
Gli analisti ed esperti finanziari sostengono anche che questa flessione del titolo sia anche dovuta al ritardo da parte di Twitter nel comunicare i dati finanziari, lo faranno solo il prossimo 5 Febbraio, ma prevedono che questi saranno certamente dati negativi. Oggi Twitter ha una valutazione complessiva di ben 32 miliardi di dollari, senza un chiaro modello di business, come dicevamo prima. La grossa sfida è proprio quella di riuscire a mantenere una quotazione così elevata, presentando delle strategie di business chiare in modo tale da giustificare tale valutazione, altrimenti è appunto soltanto una bolla.
Anche Facebook, come detto, ha sofferto molto nella prima fase, ma oggi il titolo ha una valutazione complessiva di quasi 140 miliardi di dollari e ha acquisito una certa solidità. Certo, il rischio è sempre dietro l'angolo, ma strategie chiare,vedi quella proiettata sul Mobile, hanno convinto il mercato e Facebook ora viaggia con una certa tranquillità. Sarà lo stesso anche per Twitter? Al momento è molto difficile, se non esprimendosi in previsioni negative.
Aspetteremo allora i dati finanziari, ma certamente il fenomeno della "Bolla Tecnologica 2.0" sembra davanti agli occhi di tutti.