La crisi non è ancora finita per Twitter e, anzi, sembra non voler lasciare tregua al social network ormai in difficoltà da diverso tempo. Lo sottolineano nuovamente i risultati del secondo trimestre dell'anno pubblicati nelle scorse ore dall'azienda di Jack Dorsey, che non riescono nemmeno a raggiungere le aspettative ipotizzate dagli analisti. Twitter ha registrato un fatturato pari a 602 milioni di dollari contro i 607 milioni previsti inizialmente. Un elemento che grava molto sull'economia del colosso di micro blogging, il cui titolo è sceso del 10 percento in seguito all'annuncio dei risultati.
Crescono invece gli utenti mensili, ma di poco. Ora sono 313 milioni, di appena tre milioni superiori rispetto a quelli registrati nei mesi precedenti. Una crescita lentissima che, di fatto, non va ad impattare sui guadagni e non consente all'azienda di celebrare la toppa messa sull'emorragia di utenti che negli ultimi anni ha colpito il social network cinguettante. Sembra che le novità introdotte nel corso degli ultimi mesi non abbiano sortito l'effetto sperato da Jack Dorsey, nuovo amministratore delegato che si è ritrovato a dover gestire una situazione già difficile.
Si tratta, peraltro, di decisioni che sono andate anche a scontrarsi con l'identità stessa del social network: meno limiti sui caratteri e un ordine non più cronologico, per esempio, sono scelte importanti ma che non hanno migliorato la situazione del portale. Se il social fatica a trovare una sua strada dopo 10 anni dal suo lancio, il futuro potrebbe essere davvero incerto per l'azienda. C'è chi avanza l'ipotesi che, prima o poi, qualcuno possa farsi avanti per acquisire tutto il carrozzone, mettendo le mani sulla comunque grande base d'utenza e, soprattutto, sullo spaccato del pensiero globale che le conversazioni in tempo reale possono offrire.