Twitter cresce troppo lentamente e la colpa è della pubblicità. Ieri sono stati presentati i risultati finanziari relativi al primo trimestre 2015: non sono positivi come si aspettavano gli analisti. Nel dettaglio, i dati del Q1 2015 hanno evidenziato una crescita del numero di utenti attivi che sono passati da 288 milioni del Q4 2014 a 302 milioni e un fatturato di 436 milioni dollari. Troppo poco secondo gli analisti e il titolo è immediatamente crollato del 18% a Wall Street. La causa sarebbe da ricercare nel comparto pubblicitario del social network: secondo Twitter chi fa pubblicità è restio a spendere molti soldi su pubblicità che richiedono azioni dirette come scaricare un'applicazione per smartphone o registrarsi ad un sito.
Questa nuova tipologia di annunci rappresenta un campo totalmente nuovo per il social network, che precedentemente aveva puntato su semplici immagini legate ai vari brand. La riluttanza degli investitori è però anche giustificata dalla scarsa trasparenza di Twitter; l'azienda non ha ancora dimostrato di poter effettuare una selezione mirata del target con la precisione richiesta dalle altre aziende. Rispetto alla concorrenza – Google e Facebook su tutti – Twitter non "conosce" molti aspetti dei suoi utenti, rendendo di fatto più difficile mettere in piedi un'infrastruttura pubblicitaria mirata.
Eppure Twitter ha dimostrato di poter gestire delle campagne pubblicitarie di successo, soprattutto quando riguardano eventi dal vivo e puntano sul lancio di discussioni globali o sull'engagement. In questo i suoi unici problemi sono l'assenza di uno strumento in grado di misurare l'effettiva efficacia delle varie campagne e una scarsa trasparenza nei confronti delle aziende: di fatto, molte di esse non sanno quali sono gli strumenti a loro disposizione e come utilizzarli al meglio. Gli analisti sono comunque fiduciosi, secondo molti Twitter si trova ancora nella fase "adolescenziale" ed è stata vittima di aspettative troppo alte per una relativamente giovane azienda. "Diciotto mesi fa avremmo detto lo stesso di Facebook" ha spiegato Brian Wieser, analista della Pivotal Research "Perché si trovava nella stessa fase che sta attraversando Twitter ora".