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Twitter rischia il bavaglio in UK: un utente anonimo rivela segreti scottanti

Twitter denunciato in UK per violazione della privacy e del provvedimento di super-injunction, che dovrebbe garantire i VIP dalla pubblicazione di notizie indesiderate sul loro privato.
A cura di Anna Coluccino
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La magistratura britannica non ama Twitter e, in generale, non ama le violazioni della privacy. Il termine british, in effetti, è sempre stato in qualche modo sinonimo tanto di discrezione e riservatezza, quanto di strenua conservazione delle apparenze pur nel corso del più devastante dei terremoti sociali.

Non a caso, infatti, nel Regno Unito esiste una legge – la super-injunction– che consente ai personaggi pubblici di vietare la divulgazione a mezzo stampa di informazioni attinenti il loro privato. Una super-injunction, però, non è certo alla portata di tutti: i segreti costano cari e, per la precisione, mettere il bavaglio alla stampa scandalistica che opera sotto l'egida della Regina costa ben 100.000 sterline. Ecco perché i vip colpiti dalle insinuazioni cinguettanti di un anonimo utente Twitter sembrano a dir poco furiosi.

A nulla è valso provare a comprare il silenzio della stampa, il jet-set britannico sta tremando all'idea che l'utente che si nasconde dietro lo pseudonimo di Billy Jones possa spifferare qualcosa di grosso, mettendo a rischio famiglie e carriere. Una super-injunction dovrebbe garantire il totale silenzio degli organi di informazione in merito al privato del pagante. Non è possibile fornire alcun genere di dettaglio, neppure tacendo il nome dell'interessato e, soprattutto, non si può rivelare di essere stati oggetti del provvedimento restrittivo in questione.

Ma come si fa a zittire Twitter?

Il sito di microblogging, infatti, non può essere considerato un vero e proprio organo di informazione. A redarre i contenuti di Twitter sono gli stessi utenti e l'ipotesi di costringerli a tacere in nome della super-injunction appare quanto meno implausibile. Così come sembra inverosimile la possibilità di obbligare il social network a stilare una sorta di lista nera della parole proibite, impedendo ai suoi milioni di utenti di praticare una qualunque forma di gossip sul privato di questa o quella starlette.

Quali che siano le conseguenze a cui va incontro Twitter in seguito alla denuncia della magistratura di Sua Maestà, il jet-set brittanico dovrà in qualche modo fare i conti con l'affacciarsi di un nuovo modo di comunicare che sempre meno si adatta alla strenua lotta contro la messa in piazza dei panni sporchi. Certo, sarà sempre possibile perseguire il singolo (in questo caso Billy Jones o chi per lui) ma occorrerà comunque stabilire che cosa conta di più tra il diritto alla privacy e il diritto di cronaca che, purtroppo, per un personaggio pubblico si estende inevitabilmente anche al suo privato.

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