L'attacco hacker ai danni di una Jeep Cherokee ha sollevato un'ondata di polemiche riguardo la scarsa sicurezza dei sistemi informatici presenti sulle vetture più recenti. Il test, messo a punto da due hacker per conto di Wired, ha dimostrato che alcune falle nel sistema di intrattenimento possono portare a possibili intrusioni informatiche da parte di hacker e malintenzionati, che in questo modo possono accedere a diversi aspetti delle vetture, dal sistema di condizionamento alla radio, ma anche tergicristalli, liquido lavavetri e persino il motore. Ora i due hacker responsabili dell'attacco lavorano per Uber.
La start-up americana ha assunto Charlie Miller e Chris Valasek, i due esperti che nel corso dell'ultimo mese hanno svelato la presenza di gravi falle nei sistemi informatici dei veicoli di Fiat Chrysler, con conseguente richiamo di 1,4 milioni di automobili da parte dell'azienda. L'annuncio, divulgato da un ingegnere di Uber su Twitter, segue quello che vede l'azienda impegnata a sviluppare una serie di vetture autonome. Per raggiungere questo obiettivo l'azienda ha già stretto una partnership con la University of Arizona e con un centro di ricerca di Pittsburg. Recentemente Uber ha inoltre acquisito la start-up specializzata in mappe deCarta e la tecnologia dietro alle mappe di Microsoft.
Passare ad un sistema di vetture autonome ha senso per Uber, che in questo modo taglierebbe i costi e aumenterebbe la sicurezza e la convenienza del servizio. Un'eventualità che però non si realizzerà presto, proprio a causa delle attuali limitazioni di questo tipo di vetture. I due hacker responsabili dell'attacco da remoto alla Jeep Cherokee si occuperanno probabilmente della sicurezza di queste vetture e dello sviluppo dei sistemi informatici che ne governeranno la navigazione. Con l'arrivo di Uber, la competizione per le macchine che si guidano da sole è sempre più accesa.