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Uber, il fondatore del servizio rischia due anni di prigione in Corea del Sud

Un tribunale della Corea del Sud ha incriminato Travis Kalanick, fondatore di Uber, con l’accusa di aver dato il via ad un servizio di taxi illegale nel paese. Chi viola la legge in questione, la quale vieta di trasportare passeggeri a pagamento con le proprie auto, rischia una multa di circa 18 mila dollari e fino a due anni di prigione.
A cura di Marco Paretti
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Ber fondatore accusato corea

Un tribunale della Corea del Sud ha incriminato Travis Kalanick, fondatore di Uber, con l'accusa di aver dato il via ad un servizio di taxi illegale nel paese. L'accusa formale nei confronti di Kalanick e di un altro uomo esterno all'azienda è stata notificata senza detenzione fisica.
Un giornale coreano, però, ha spiegato che chi viola la legge in questione, la quale vieta di trasportare passeggeri a pagamento con le proprie auto, rischia una multa di circa 18 mila dollari e fino a due anni di prigione.

Uber ha lanciato ufficialmente il suo servizio in Corea del Sud nel corso di agosto 2013, dopo una fase di test iniziata a giugno. Solo ad agosto 2014, però, l'azienda ha introdotto il servizio UberX, il quale permette a tutti i guidatori di offrire passaggi ed essere pagati.
Come in molti paesi del mondo, anche in Corea il servizio ha attirato da subito le ire dei tassisti, i quali spendono fino a 64 mila dollari per ottenere una licenza, a differenza dei guidatori di UberX che, di fatto, non ne possiedono una.

Uber è stato inoltre contestato dalle autorità locali, le quali lo hanno definito illegale ancor prima che venisse lanciato nel paese. Subito dopo la fase di test, il governo ha iniziato ad offrire una ricompensa di 910 dollari a chiunque riportasse attività di Uber.
"Ber rispetta il sistema legale coreano e offrirà la sua completa collaborazione. Crediamo fermamente che il nostro servizio, che connette guidatori e passeggeri tramite un'applicazione, non solo è legale in Corea, ma è stato accolto e apprezzato dai consumatori" ha dichiarato alla stampa un portavoce di Uber "Allo stesso tempo, Uber non crede sia appropriato che il governo punisca i guidatori che stanno cercando di guadagnare qualcosa tramite questo servizio. Siamo fiduciosi che il tribunale coreano saprà mantenere un giudizio equo e ragionevole in questo caso".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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