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Uber, il Tribunale di Milano sospende il servizio UberPop per concorrenza sleale

Uber Pop è stato bloccato in Italia. Le operazioni del noto servizio di noleggio auto con autista sono state sospese dal Tribunale di Milano su tutto il territorio italiano, ora l’azienda avrà 15 giorni per mettersi in regola.
A cura di Marco Paretti
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UberPop è stato bloccato in Italia. Le operazioni di una delle varianti più utilizzate del noto servizio di noleggio auto con autista sono state sospese dal Tribunale di Milano su tutto il territorio italiano. Il ricorso presentato dalle associazioni di categoria dai tassisti è stato quindi accolto: Uber era stato accusato di concorrenza sleale e violazione della disciplina amministrativa che regola il settore taxi. Un duro colpo per la start-up che negli ultimi mesi ha intrapreso una dura battaglia legale non solo in Italia, ma in tutti i paesi nei quali la legge non prevedeva regolamentazioni per servizi di questo tipo.

Il ricorso nei confronti di UberPop era stato presentato ad aprile da parte di alcune associazioni di categoria. La variante del servizio permette a chiunque di diventare autista semplicemente utilizzando l'applicazione: bastava registrarsi sul sito e fornire tutti i documenti richiesti all'azienda americana, per poi decidere liberamente quando rendersi disponibili e offrire passaggi a pagamento a tutti gli utenti. La decisione dei giudici milanesi, però, ha sospeso ogni tipo di attività legata ad UberPop su tutto il territorio italiano, impedendo agli iscritti di continuare ad offrire il servizio di trasporto.

È solo l'ultimo tassello di una lotta continua tra Uber e i sindacati e le associazioni di categoria locali e nazionali dei tassisti e dei radiotaxi, il cui obiettivo era proprio quello di eliminare il servizio UberPop e impedire l'insorgere di ulteriore concorrenza. Claudio Marangoni, il giudice che ha accolto il ricordo, ha spiegato che l'azienda avrà 15 giorni di tempo per mettersi in regola ed inibire UberPop, altrimenti dovrà pagare una penale. Ora bisognerà attendere la risposta di Uber e un suo (probabile) ricorso, eventualità ancora attuabile da parte dell'azienda americana. “Faremo appello per evitare che centinaia di migliaia di cittadini italiani siano privati di una soluzione sicura” ha commentato Zac De Kievit, Legal Director Uber Europa “quello che però ci preoccupa di più è che migliaia di driver rischiano di  perdere una risorsa economica. Inoltre ricordiamo che la Commissione Europea ha chiaramente affermato che gli stati membri dovrebbero garantire equità, proporzionalità e nessuna discriminazione nella regolamentazione dei nuovi servizi basati sulla tecnologia come Uber. Intanto in Italia oggi continua ad operare UberBlack e per le prossime due settimane UberPop”.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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