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Uber, la città di Londra non rinnova le licenze per violazione sulle norme di sicurezza

La decisione dell’autorità dei trasporti di Londra è stata motivata evocando una serie di “violazioni” che avrebbero messo in pericolo la sicurezza dei passeggeri. Una su tutte la corrente versione dell’app, che permetterebbe anche a persone prive di patente, di caricare passeggeri e svolgere funzione di pubblico trasporto.
A cura di Dario Caliendo
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Era già successo, ed oggi come allora c'è il rischio concreto che Uber non possa più operare nella città di Londra. L'autorità comunale per i trasporti della città, ha deciso di non rinnovare la licenza per lo svolgimento delle regolari corse di trasporto, giustificando la scelta con una serie di "violazioni" avrebbero messo a rischio la sicurezza dei passeggeri. Il colosso statunitense farà appello, e potrà restare attivo almeno finché questo non verrà esaminato.

Le motivazioni

"È inaccettabile che Uber abbia permesso ai passeggeri di viaggiare su veicoli con autisti che erano potenzialmente senza patente e non assicurati", è con queste parole Helen Chapman, direttrice dell'area licenze e regolazione, ha motivato la sua decisione di non rinnovare la licenza per Uber, negligenze tra cui la più contestata è quella relativa ad alcune recenti modifiche dell'applicazione, che avrebbero – secondo le autorità londinesi – permesso a persone senza la patente e prive di autorizzazione di caricare i passeggeri ed fornire loro un servizio di trasporto a pagamento.

Liquidando il funzionamento dell'applicazione di Uber come "non corretto ed adeguato" rispetto alla normativa locale, l'azienda statunitense ha da oggi 21 giorni per formalizzare l'appello, ventuno giorni nei quali potrà continuare ad operare in territorio londinese.

Era già successo

La realtà dei fatti è che i conflitti tra Uber e l'autorità municipale londinese sono più che accesi sin dall'elezione a sindaco di Sadiq Khan, un laburista che ha preso il posto di Boris Johnson (l'attuale primo ministro UK) nel 2017.

Fu proprio in quell'anno che il comune di Londra impose uno stop all'operatività di Uber, seguito da una prima estensione temporanea della licenza della durata di 15 mesi, che fu seguita a sua volta da una seconda estensione temporanea della durata di due mesi. Proroghe concesse solo a seguito di una serie di impegni che l'azienda statunitense accettò di prendersi, in materia di tutela del lavoro e sicurezza dei passeggeri.

Ebbene, queste proroghe sono terminate ieri e i circa 45.000 autisti che di fatto operano per Uber in territorio londinese, dovranno passare 21 giorni con il fiato sospeso per conoscere l'epilogo della vicenda e per capire, in via definitiva, se Uber potrà continuare ad operare a Londra o dovrà chiudere i battenti anche nella capitale britannica.

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