Una donna intenta a camminare in aperta campagna, sguardo basso verso quello che a tutti gli effetti sembra uno smartphone tenuto saldamente nelle sue mani. C'è solo un problema: a ritrarre la scena è un dipinto del 1860 ora esposto alla Neue Pinakothek di Monaco. L'opera, dipinta da Ferdinand Georg Waldmüllerin, mostra un'immagine effettivamente molto attuale vista l'enorme diffusione dei dispositivi portatili nel nostro tempo. Eppure uno smartphone in quell'epoca proprio non ci può stare. E se da un lato c'è chi grida ai viaggi nel tempo, la spiegazione è decisamente più realistica.
Il dipinto, chiamato "The Expected One", mostra una donna intenta a camminare su un percorso roccioso, mentre un uomo accucciato la attende nascosto dagli alberi con un fiore in mano. L'attenzione della protagonista, però, è rivolta alle mani, dove tiene un oggetto rettangolare che la rende incredibilmente simile alle persone che camminano distratte dal proprio smartphone per le strade delle città. L'oggetto nelle sue mani, però, non è un telefono, bensì un semplice (e diffuso all'epoca) libro di preghiere.
"Ciò che mi colpisce di più è quanto la tecnologia abbia cambiato la nostra percezione delle cose e, in questo caso, l'interpretazione dell'opera" ha spiegato Peter Russell, un agente di Glasgow in pensione che ha individuato la curiosità. "Nel 1860 ogni persona avrebbe identificato quel piccolo oggetto rettangolare come un libro di preghiere. Oggi chiunque penserebbe ad uno smartphone". Insomma, niente viaggi nel tempo. D'altronde non è la prima volta che un dipinto simile diventa famoso perché al suo interno si trova un oggetto simile ad uno smartphone. Qualche mese fa in rete girava l'immagine di un dipinto dell'italiano Umberto Romano, un murales dell'epoca New Deal dal titolo "Mr. Pynchon and the Settling of Springfield" che è stato completato nel 1937. Nell'opera un indiano sembra tenere in mano uno smartphone, ma in realtà si tratta di uno specchio.