Uno smartphone in questo dipinto del 1937: tutta la verità sull’immagine
Da qualche giorno in Rete sta girando l'immagine di un dipinto dell'italiano Umberto Romano, un murales dell'epoca New Deal dal titolo "Mr. Pynchon and the Settling of Springfield" che è stato completato nel 1937. A rendere virale l'immagine, un dettaglio in basso a destra che ha portato diversi utenti a pensare che l'uomo seduto ha in mano uno smartphone. Tuttavia questa ipotesi è impossibile poiché il primo telefono cellulare è stato realizzato nel 1973, 40 anni prima che Steve Jobs realizzò il primo iPhone.
Nonostante ciò è sorprendete osservare l'immagine e notare come la posizione assunta dall'uomo con l'oggetto misterioso all'altezza degli occhi sia familiare a quanto si vede quotidianamente, come se la persona nel dipinto stesse per scattarsi un selfie o scorrere il Feed di Facebook o Instagram. Il murales in questione è stato realizzato dal pittore italiano per documentare, come evidenziato da Motherboard, "un incontro precedente alla Guerra Rivoluzionaria tra due importanti tribù del New England, i Pocumtuc e i Nipmuc, e i coloni inglesi del villaggio di Agawam nell'attuale Massachusetts intorno al 1630, 200 anni prima dell'avvento dell'elettricità".
In molti si sono chiesti cosa tenesse in mano l'uomo e sulla questione la redazione di Motherboard ha riportato le parole dello scrittore e storico Daniel Crown che in un passaggio di un saggio pubblicato nel 2015 nomina l'oggetto tenuto in mano dall'uomo che dovrebbe essere uno specchio, senza alcun richiamo alla somiglianza con uno smartphone: "Se la mettiamo in termini gentili, il cosiddetto stile ‘astratto' di Romano era assolutamente ambiguo. Ma potrebbe essere benissimo che l'uomo si stesse specchiando nell'oggetto che aveva in mano. Quando Romano ha dipinto il murale, l'America era ossessionata dalla nozione di ‘buon selvaggio'. Considerato il focus della scena, la fondazione di Springfield, il tentativo del pittore era probabilmente quello di rappresentare l'introduzione di un uomo appartenente a una comunità arretrata al mondo della modernità, rappresentata da oggetti lucenti". Nessuno smartphone, dunque, ma solo un comune specchio.