Uno studio rivela che su Facebook la felicità è virale
I Social Network, e Facebook in particolare, in quanto il più grande social network della rete, sono ormai diventati strumenti che sempre di più fanno parte della nostra vita quotidiana. E quindi è sempre più forte l'interesse ad indagare le dinamiche e i fenomeni che questi strumenti sono in grado di provocare. Ma a fronte anche della enorme massa di persone che ogni giorno si scambia status, immagini e video, è interessante anche indagare le relazioni che si instaurano anche dal punto di vista dell'empatia, ossia di quanto le stesse persone possa essere influenzate in realtà da tutto ciò che condividiamo. E proprio quello che condividiamo in larga parte ci rappresenta, almeno nella maggior parte dei casi, assumendo proprio questa condizione come normale.
Quindi la ricerca pubblicata sulla rivista californiana Plos One aiuta a capire molto a capire le dinamiche di influenza che si creano sui social network e su Facebook in particolare. In sostanza, un gruppo di ricercatori dell'Università di San Diego, a cui hanno preso parte anche due ricercatori italiani, Lorenzo Coviello e Massimo Franceschetti della Jacobs School, hanno preso ad esame qualcosa come 1 miliardo di status da 100 milioni di utenti, resi anonimi, su Facebook provenienti dalle 100 città più popolose degli Stati Uniti, per un periodo di 1.180 giorni, ossia dal mese di gennaio del 2009 al mese di marzo del 2012.
E il risultato principale della ricerca è che gli status positivi condivisi via Facebook hanno una capacità di contagio più alta degli status negativi. In pratica ogni status positivo è in grado di influenzare positivamente da 1 a 2 persone, e questo rappresenta una portata enorme in termini di viralizzazione. Volendo usare i termini assunti dalla ricerca, i post positivi aumentano dell'1,75% la portata di diffusione, mentre i post negativi aumentano dell'1,29% la diffusione. Di conseguenza, per ogni post positivo due persone verranno contagiate dalla positività del contenuto. Anche i post negativi riescono a influenzare gli utenti, ma comunque meno di quelli positivi. L'operazione effettuata attraverso un software non è stata facile, proprio per il fatto di dividere bene, soprattutto per quanto riguarda i post di carattere negativo, i contenuti da eventuali interferenze che potessero invalidare il risultato.
Quindi i social network sono un momento di confronto, di condivisione, ma oggi si sà anche che sono luoghi attraverso i quali è facile essere contagiati positivamente. E questa ricerca è un passo avanti nella comprensione delle dinamiche che provocano questo contagio.