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USA: in arrivo nuove leggi per la tutela del copyright

L’amministrazione Obama ha creato una nuova proposta di legge per la tutela del copyright che, molto probabilmente, riceverà piena approvazione da parte del Senato. Ma dietro all’impegno politico potrebbe nascondersi gli interessi delle lobby dell’industria musicale e cinematografica…
A cura di Mario Maaroufi
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Si preannunciano tempi duri per la pirateria informatica: l'amministrazione Obama, infatti, ha dato vita ad una nuova proposta di legge sulla tutela del copyright. E, a giudicare dal recente supporto all'Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA), il disegno di legge passerà al Congresso senza troppi problemi. La questione del copyright è ormai storia vecchia ma continua a far discutere la classe politica americana che – sempre più spesso – si trova a schierarsi dalla parte delle potenti lobby dietro l'industria musicale e cinematografica.

Dal dicembre 2009 il presidente Obama ha persino nominato un funzionario incaricato di coordinare gli sforzi nella tutela della proprietà intellettuale: stiamo parlando di Victoria Espinel, che proprio ieri ha rilasciato un lungo report di circa 92 pagine che analizza la situazione, evidenziando un recente incremento della pirateria informatica nel periodo 2009 – 2010. Attualmente non si sa molto sul contenuto della proposta di legge formulata dall'amministrazione Obama, anche se nel report viene assicurato che verrà fatto di tutto per proteggere un "uso legittimo di internet".

Ovviamente, la notizia ha riscosso grande successo presso i diretti interessati, come Bob Goodlatte, che si occupa di leggi in materia di copyright: "Condivido l'idea che le nostre leggi a riguardo debbano essere modernizzate per proteggere il commercio online dall'aumento della pirateria". Nel 2008, anche l'Amministrazione Bush aveva preso una posizione simile con il Pro IP Act, ma in precedenza si era rifiutata di offrire il proprio supporto.

Non molto tempo fa avevamo parlato di UltraViolet, un nuovo formato video universale, accusato di essere l'ennesimo tentativo di tutela del copyright da parte dell'industria cinematografica e musicale. Ma non è molto difficile dare una spiegazione al tutto: una buona fetta dei finanziamenti ai democratici statunitensi arriva proprio da Hollywood

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