USA, l’ombra dei ransomware sulle elezioni presidenziali del 2020

Con i ransomware abbiamo imparato ormai ad avere a che fare da anni, ma presto questa insidiosa tipologia di malware che tiene in ostaggio i dati dei dispositivi che infetta potrebbe prendere di mira un obbiettivo inedito: l'infrastruttura tecnologica dietro alle elezioni del presidente degli Stati Uniti del 2020. Lo hanno dichiarato a Reuters fonti interne al governo, secondo le quali la CISA (l'agenzia USA che si occupa della sicurezza delle proprie infrastrutture di telecomunicazioni) avrebbe dato il via a una iniziativa di potenziamento delle misure di difesa dei database elettorali del Paese, che saranno i nodi deputati alla raccolta e il conteggio dei voti provenienti dai diversi stati nella consultazione dell'anno prossimo.
Come ha fatto notare lo stesso direttore dell'agenzia a Reuters, non è infrequente che gli attacchi ransomware colpiscano istituzioni, governi e soggetti a loro vicini, e da questo punto di vista i sistemi connessi alla registrazione dei voti degli elettori rappresentano un obbiettivo estremamente invitante per almeno due motivi: da una parte il danno arrecato — di immagine ma anche logistico — alle amministrazioni locali colpite; dall'altra l'entità del riscatto che le vittime sarebbero disposte a pagare per riavere indietro l'espressione della volontà popolare.
Nè Reuters né la CISA per il momento parlano della possibilità di attacchi coordinati o della precisa volontà di un governo straniero di intromettersi all'interno di questi sistemi, ma stando a quanto riportato la possibilità non va esclusa né sottovalutata: l'attacco di uno o più hacker ben addestrati potrebbe essere sufficiente a mettere in ginocchio sistemi che non godono dei più alti standard di protezione in forze presso altri comparti del settore pubblico USA, e problemi o ritardi nello spoglio dei voti potrebbero provocare reazioni a catena che spaziano dal malcontento popolare all'annullamento delle elezioni.