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Wall Street Journal, Twitter ed Huffington Post nel mirino di un gruppo di haker siriani

Un attacco importante quello degli hacker siriani che hanno costretto il portale del quotidiano americano a pubblicare su di un portale secondario. La rivendicazione arriva dalla Syrian Electronic Army.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Gli hacker hanno attaccato il sito del New York Times nella serata di ieri. Il sito è risultato immediatamente irraggiungibile con la spiegazione di problematiche tecniche definita proprio dal portale direttamente su Twitter. Per ovviare a tale situazione è stato da subito indicato un secondario indirizzo dove lo stesso quotidiano ha cercato di aggiornare con le notizie dal mondo anche se in versione decisamente più minimale e leggera. Dunque, dopo essere stato attaccato qualche tempo indietro, il sito web del New York Times, viene nuovamente messo sotto torchio da alcuni hacker siriani che rivendicano a distanza di qualche ora proprio l'attacco cyber.

Se il precedente "down" del sito internet americano era dovuto non del tutto ad hacker esterni questa volta il portale ha ceduto ad una introduzione malevola, probabilmente di tipo Dns, rivendicata dalla Syrian Electronic Army. Navigando proprio sul portale del giornale infatti il suo accesso non è abilitato, ma oltretutto viene visualizzata una pagina bianca con la scritta "hacked by SEA", che risulta essere propriamente la firma degli attivisti siriani.

Secondo le informazioni derivanti proprio dai malintenzionati si scopre che gli stessi dichiarano di aver "occupato" anche il dominio di Twitter e annunciano il futuro hackeraggio del sito Huffington Post. Il gruppo si è vantato dell'occupazione con un messaggio in cui sostengono di esser riusciti a cambiare alcune delle informazioni di base nella registrazione del sito di microblogging. Secondo poi i dettagli proprio sugli attivisti si scopre che gli stessi risultano essere un gruppo di pirati informatici pro Assad, che già in passato aveva rivendicato l'attacco al Washington Post, Al Jazeera, Human Rights Watch, Telegraph e Independent. Insomma la guerra che si apprestano a realizzare gli americani e non solo sta già dando i primi frutti proprio da parte dei siriani ribelli.

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