WhatsApp, Mark Zuckerberg dice no alla pubblicità all’interno dell’applicazione
Mark Zuckerberg è volato in India, il secondo mercato più grande per il social network dopo quello degli Stati Uniti, e nel corso di una conferenza sul tema dell’espansione della connettività nei Paesi del terzo mondo, dopo aver sottolineato che "l'accesso a Internet è un diritto umano", ha posto l'attenzione su WhatsApp, l’applicazione di messaggistica istantanea più usata che proprio negli ultimi giorni ha ricevuto l'ok da parte della Commissione Antitrust dell’UE sull’affare tra Facebook e WhatsApp. L’accordo di acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook per 19 miliardi di dollari non configurerebbe alcuna anomalia. In conclusione però il colosso di Palo Alto ha dovuto sborsare 21,8 miliardi di dollari contro i 19 miliardi inizialmente pattuiti poiché negli ultimi mesi vi è stata una maggiorazione nel valore delle azioni di Facebook.
Risolto il problema legale, il fondatore di Facebook vuole ora tranquillizzare tutti gli utenti che usufruiscono dell'app per smartphone WhatsApp rassicurandoli che non verrà introdotta alcun tipo di pubblicità o servizi a pagamento all'interno dell'applicazione. WhatsApp continuerà quindi a richiedere il canone annuale di 99 centesimi, canone che viene pagato da tutti gli utenti che usufruiscono del servizio dal secondo anno di utilizzo. Zuckerberg continuerà dunque ad utilizzare la strategia che ha portato WhatsApp ad ottenere il successo che ora può vantare: niente pubblicità sull'applicazione di messaggistica istantanea ma solo un piccolo contributo di 99 centesimi l'anno che consente all'utente di utilizzare l'app senza dover visualizzare fastidiosi banner pubblicitari.