WhatsApp, se mandi troppi messaggi rischi una denuncia: ecco perché
Inviare troppi messaggi su WhatsApp, insistendo anche se il destinatario non rispondere, può portare ad una denuncia. Lo sostiene la Corte di Cassazione che evidenzia come l'utilizzo eccessivo della popolare app di messaggistica per contattare un determinato contatto rientra tra i reati di molestie telefoniche. Disturbare insistentemente una persona tramite WhatsApp, inondando lo smartphone di notifiche, è considerato simile alle classiche molestie telefoniche come chiamate e messaggi ripetuti.
Nel caso in cui il molestatore insiste con questo processo continuando ad inviare messaggi WhatsApp alla vittima, tanto da farla temere per la sua incolumità, dal reato di molestie telefoniche si passa a quello di stalking. La legge attuale non fa distinzione in base allo strumento utilizzato: telefoni fissi, computer o smartphone le molestie sono punite sempre nello stesso modo. È sufficiente raccogliere le prove che una persona vi molesti per avere gli estremi per sporgere denuncia.
Le conversazioni WhatsApp sono facili elementi da portare alle forze dell'ordine per dimostrare la quantità di messaggi ricevuti dal molestatore. E la popolare app di instant messaging può essere utilizzata anche per incastrare eventuali haters, quelle persone che utilizzano l'app per insultare altri utenti che rischiano di venir denunciati per ingiuria. Bastano più di due messaggi offensivi ricevuti dallo stesso contatto per sporgere denuncia. Inoltre, se le offese fossero inviate in orari notturni, il reato può rientrare tra quello delle molestie e, nei casi più gravi, a quello di stalking.