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Wikileaks, Assange perseguitato e in fuga per la libertà

Nuovo capitolo della “saga” Wikileaks, Julian Assange si è rifugiato nella ambasciata dell’Ecuador a Londra dichiarandosi perseguitato politico.
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SWITZERLAND-US-BRITAIN-DIPLOMACY-WIKILEAKS

Il fondatore di Wikileaks, l’australiano Julian Assange, è entrato nell’ambasciata ecuadoriana di Londra e ha chiesto formalmente asilo politico all’Ecuador. Si tratta forse dell'ultima disperata mossa per cercare di evitare l’estradizione in Svezia che oramai pare scontata, dopo che lo scorso 30 maggio la Corte Suprema britannica ha respinto il suo ricorso.

La persecuzione giudiziaria di Assange – Il 18 novembre 2010 il tribunale di Stoccolma spicca un mandato d'arresto in contumacia nei suoi confronti con l'accusa di stupro, al momento dell'emissione del mandato di arresto contro Assange non esistevano prove a suo carico che non fossero la parola delle due donne, molti iniziano a sollevare dubbi sulla natura del provvedimento mettendo in rilievo la coincidenza temporale con la pubblicazione da parte di Wikileaks dei documenti diplomatici statunitensi. Nel frattempo la Svezia presenta una richiesta di estradizione alle autorità britanniche ma tale richiesta è palesemente finalizzata ad estradarlo in realtà negli Stati Uniti dove lo attende un processo per spionaggio. Dal giorno del suo arresto, l’australiano, 40 anni, è sottoposto a un regime di libertà vigilata con un braccialetto elettronico e l’obbligo di presentarsi regolarmente a un commissariato. La Corte Suprema britannica ha concesso la sua estradizione verso la Svezia

L'ultimo tentativo, la richiesta di aiuto – Assange si è dichiarato “abbandonato dal governo australiano”, mentre il ministro degli Esteri ecuadoriano, Ricardo Patiño, ha parlato di una lettera scritta da Assange al presidente dell’Ecuador Rafael Correa in cui dice di essere “perseguitato” e di aiutarlo perché, qualora la Svezia lo estradasse a sua volta negli Stati Uniti, rischierebbe la pena di morte. Anche Wikileaks ha confermato con un comunicato che il suo fondatore Julian Assange “é sotto la protezione dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra”, ed ha confermato di aver chiesto asilo politico al governo del presidente Rafael Correa, ringraziandolo per l’attenzione rivolta al suo caso.

La diplomazia si mette al lavoro – L’ambasciata ecuadoriana ha fatto sapere ieri in un comunicato che la richiesta di Assange è stata inoltrata all’ufficio di competenza di Quito, la capitale dell’Ecuador, e che fino a quando il paese non deciderà se accettarla o meno Assange potrà rimanere nell’ambasciata di Londra. Allo stesso tempo, però, l’Ecuador ha fatto sapere che farà il possibile per “non interferire con il corso della giustizia sia del Regno Unito che della Svezia” e che si consulterà con i rappresentanti di questi due paesi oltre che degli Stati Uniti prima di prendere una decisione.

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