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Zuckerberg e la “political advocacy start-up”. Gaffe del collaboratore nella mail ai leader aziendali

Problemi sul nascere per la nuova lobby dell’industria tecnologica voluta dal fondatore di Facebook. Il collaboratore invia mail con errori rilevanti che fanno scoppiare il caso.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Facebook CEO Mark Zuckerberg

Oltre al Social Network, il CEO Mark Zuckerberg, vuole dare il proprio contributo anche in politica, creando una lobby, o come viene definita una "political advocacy start-up", che sembra però partire con il piede sbagliato. Il responsabile, nonché collaboratore di Zuckerberg, Joe Green, incappa in una mail spedita agli interessati alla nuova invitante esperienza utilizzando un linguaggio sbagliato costato molteplici polemiche anche di alto spessore.

La "Human Capital" – Il CEO di Facebook l'aveva presentata durante lo scorso fine marzo. Il nome del gruppo di economici avrebbe dovuto chiamarsi Human Capital e aveva l'intenzione di coinvolgere tutto il settore industriale per fare sentire la propria voce a Washington, al Congresso americano. La volontà primaria del gruppo, assolutamente lontano dalla classica lobby secondo il creatore, voleva battersi in difesa non dei propri interessi di parte ma per le categorie meno rappresentate, come ad esempio i cittadini meno abbienti. Uno dei punti di maggiore interesse per la start-up sembra essere  una politica a favore della immigrazione pronta a favorire l'assunzione di ingegneri stranieri nei campus della Silicon Valley, che sembrano aver ridotto drasticamente le proprie risorse.

La vicenda – Il responsabile del gruppo, nonché collaboratore del CEO di Facebook, avrebbe inviato ai vari uomini di alto profilo interessati alla nuova Human Capital, alcune mail incitandoli ed avvicinandoli ancora di più alla nuova esperienza della start-up. Gli errori però in cui ha incappato Joe Green, in tale missiva, non sono assolutamente passati inosservati alle intercettazioni del quotidiano americano Politico, che ha subito elargito la notizia. Tra i vari errori, decisamente rilevanti, vi è da annotare in primis l'enumerazione dei motivi per cui i grandi leader di aziende tecnologiche avrebbero dovuto partecipare attivamente alla novità:

[…] siamo una forza politica perché controlliamo i canali di distribuzione di massa – […] perché siamo popolari tra gli americani – […] perché siamo ricchi anche a livello personale

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Oltretutto lo stesso Green, nella mail, si poneva come se il gruppo fosse stato già realtà con il nome di Human Capital, cosa non vera visto che non è ancora stato ufficialmente deciso. Ed affermava come Bill Gates e Marc Andreessen avessero già aderito al progetto, cosa anche questa non vera, visto che non è mai stata confermata dai diretti interessati.

Il "mea culpa" di Green –  Le polemiche successe all'esternazione indiretta della mail hanno subito suscitato grande scalpore nei meandri della politica e dell'economia tecnologica. Joe Green ha voluto subito porre le sue scuse a tutti per il linguaggio della mail, la quale era solamente una bozza oltretutto datata. Di certo dopo l'accaduto, il progetto del creatore di Facebook sembra non essere partito nel migliore dei modi, molti si chiedono quali potranno essere realmente le conseguenze della nascita di un gruppo di leader di aziende tecnologiche. Gran parte del Congresso non vede di buon occhio la Human Capital che potrebbe trovare accordi per manipolare l'opinione pubblica nei confronti della politica.

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