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Accordo tra UE e colossi tech per contrastare l’odio sul web con un “codice di condotta”

Per la Commissione UE è sempre più necessario che Internet sia un luogo dove la discussione sia sempre democratica e che non contempli toni che riconducano a contenuti che istighino all’odio e al razzismo. È in questo contesto che nasce l’accordo tra UE e i colossi tech, come Google, Facebook, Twitter e Microsoft.
A cura di Francesco Russo
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Per la Commissione UE è sempre più necessario che Internet sia un luogo dove la discussione sia sempre democratica e che non contempli toni che riconducano a contenuti che istighino all'odio e al razzismo. E' in questo contesto che nasce l'accordo, annunciato dalla Commissaria Ue per la Giustizia, Vera Jourova, tra UE e i colossi tech, come Google, Facebook, Twitter e Microsoft, che prevede l'adozione di un vero e proprio "codice di condotta" che permette la "rimozione entro 24 ore" dei "messaggi di odio" dal web. Le stesse aziende del settore tech si impegnano ad adottare misure interne e a formare il proprio personale per monitorare le notifiche e rimuovere il contenuto "hate speech", se necessario, e a renderlo comunque non accessibile.

La definizione di contenuti illegali si basa sulla Decisione quadro per combattere il razzismo e la xenofobia che, si legge in un comunicato, "definisce reato il pubblico incitamento alla violenza o all'odio contro persone o gruppi di persone con riferimento a razza, colore, religione, discendenza nazionale o etnica".

"I recenti attacchi terroristici (Parigi e Bruxelles, n.d.r.) – ha detto Jourova – ci hanno ricordato l'urgenza di affrontare i messaggi illegali di odio. I social media purtroppo sono uno degli strumenti che i gruppi terroristici usano per radicalizzare i giovani ed i razzisti sfruttano per diffondere violenza e odio. Questo accordo è un importante passo avanti per garantire che internet resti un luogo di espressione democratica e libera, dove sono rispettati i valori europei".

Nel rispettare il "codice di condotta", le società rafforzeranno le partnership con le organizzazioni della società civile che segnalano i contenuti che incitano alla violenza e all'odio. I responsabili della comunicazione di Twitter, Google (che è a sua volta proprietaria di YouTube), Facebook e Microsoft hanno tutti sottolineato l'impegno a combattere la propaganda terroristica ed i messaggi di odio. "Google ha sempre proibito i messaggi di odio sulle sue piattaforme" – ha evidenziato Lie Junius, responsabile di Google per le relazioni coi governi, ed ha "efficaci sistemi per riesaminare e rimuovere i messaggi in meno di 24 ore". Monika Bickert, responsabile della Global policy per Facebook, ha osservato che "non c'è posto per l'odio" e che il più grande dei social media, con 1,6 miliardi di iscritti, "sollecita la gente ad usare gli strumenti di segnalazione dei contenuti se ritengono che violano i nostri standard". "I nostri team in tutto il mondo lavorano 24 ore su 24 per rivedere le segnalazioni e agire prontamente".

Non sono mancate le critiche a questo accordo. EDRi, European Digital Rights, un gruppo con sede a Bruxelles che si occupa di diritti sul web, ha criticato l'accordo in quanto delegherebbe alle società private quei compiti che invece spetterebbero alle forze dell'ordine. Inoltre, EDRi e Access Now (associazione Usa) hanno annunciato di essere state completamente escluse dalle discussioni affermando di non prendere più parte a tavoli di discussione futuri. Le associazioni denunciamo che questa "subordinazione" alle società private pone gravi rischi per la libertà di espressione.

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