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Edward Snowden: “I servizi segreti Uk spiavano anche i giornalisti”

Edward Snowden torna con nuove rivelazioni. Dopo aver reso pubblici i documenti che hanno scoperchiato il Datagate, l’ex-tecnico della CIA rivela che la GCHQ, l’agenzia governativa britannica per la sicurezza nazionale, ha spiato e archiviato, nel 2008, 70 mila messaggi tra giornalisti di diverse testate internazionali.
A cura di Francesco Russo
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Edward Snowden torna con nuove rivelazioni. Dopo quelle con cui si è scoperto il Datagate, coinvolgendo nello scandalo la NSA, l'agenzia per la sicurezza nazionale degli Usa, l'ex-tecnico della CIA rende pubblici nuovi documenti, inviati al The Guardian, lo stesso giornale che rivelò per primo il Datagate, che stanno già alzando un vespaio di polemiche. Secondo queste nuove rivelazioni, la GCHQ (Government Communication Headquarters), l'agenzia governativa britannica per la sicurezza nazionale (l'equivalente della NSA in pratica) avrebbe intercettato le comunicazioni via email di decine di migliaia di giornalisti di diverse testate internazionali come lo steso The Guardian, New York Times, Le Monde, Reuters, The Sun, Nbc e Whashington Post.

Tutte le e-mail spiate sono state archiviate dalla GCHQ e messe a disposizione dello staff di tecnici sulla rete intranet dell'agenzia per poi essere utilizzate in test di addestramento. Le comunicazioni fra giornalisti fanno parte di 70 mila messaggi elettronici che gli agenti britannici hanno raccolto sul web in soli 10 minuti, in un giorno del novembre 2008. The Guardian sottolinea che non si sa se i giornalisti siano stati presi di mira in modo intenzionale oppure se si è trattato di un caso fortuito.

Un altro documento di Edward Snowden rivela come la GCHQ considerasse come una minaccia i giornalisti investigativi in un elenco gerarchico che contiene terroristi ed hacker. E' evidente che questi nuovi documenti sono destinati a riaccendere la polemica sui maggiori controlli alle agenzie di spionaggio che il premier David Cameron ha invocato in funzione anti terrorismo dopo gli attacchi di Parigi. In particolare, sono più di cento gli editori che hanno firmato una lettera indirizzata proprio al premier Cameron in segno di protesta contro la sorveglianza delle comunicazioni tra i giornalisti e le loro fonti. In Regno Unito esiste una legge conosciuta come RIPA (Regulation of Investigatory Powers Act) attraverso la quale la polizia di Londra può avere accesso ai tabulati telefonici dei giornalisti senza chiedere il permesso ad alcun magistrato, garanzia invece richiesta a gran voce dai giornalisti.

A seguito degli attentati di Parigi e mentre in Europa ci si attrezza per meglio cooperare e per adottare strategie in grado di affinare e migliorare l'attività di intelligence, Cameron aveva annunciato di voler mettere al bando tutte quelle applicazioni che criptano i messaggi, rendendo difficile l'operazione di investigazione. Nel mirino sono finite le app come WhatsApp e Telegram.

Il dibattito proprio in Uk è molto acceso su questi temi e proprio qualche giorno fa il capo del MI5 (‘agenzia per la sicurezza e il controspionaggio del Regno Unito) aveva dichiarato che lo stesso diritto alla privacy dei cittadini poteva costituire un ostacolo alle indagini avviate contro il terrorismo.

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