Happy Birthday Twitter!
Quando Jack Dorsey pubblicò il primo tweet della storia, il 21 marzo 2006, il mondo della rete era molto distante da quello che conosciamo, nonostante si tratti solo di una manciata di anni fa. Facebook era in piena crescita ma era ben lungi dall'essere un fenomeno di massa come poi si è rivelato nell'ultimo triennio, mentre Google+ non era presente nemmeno nei progetti di Mountain View.
La rivoluzione dei social network doveva ancora arrivare ed avrebbe cambiato per sempre le nostre regole della comunicazione e l'intera società nella quale viviamo. La storia della genesi di Twitter racconta che il servizio nacque con la volontà di Dorsey di offrire uno strumento che unisse i blog tradizionali, utilizzati per condividere i propri status, con la velocità e l'immediatezza degli sms telefonici. Da qui la scelta dei famosi 140 caratteri (i 160 degli sms di cui 20 erano riservati però al mittente) e nella prima fase addirittura non era previsto l'uso delle vocali (anche il nome iniziale ne era privo, “twttr”). Il successo, come nel caso del più celebre collega di Palo Alto, è stato tutt'altro che immediato.
Considerato fin dalla sua nascita un prodotto di nicchia, la sua connotazione spartana e meno ricca di funzioni ha relegato inizialmente Twitter ad un uso settoriale, quasi sempre di appassionati di rete o operatori del settore. L'avvento della Primavera Araba ha però cambiato le carte in tavola; i social network da semplice intrattenimento diventano uno degli strumenti privilegiati per superare il controllo serrato dei mezzi di comunicazione da parte delle dittature nonché uno dei più utilizzati per diffondere e apprendere notizie. Si tratta di un vero boom per Twitter, che in poco tempo arriva a contare oltre 450 milioni di iscritti sparsi in tutto il mondo.
Un successo mondiale? Quasi. Dalla sua Twitter non ha soltanto record positivi, nonostante il suo utilizzo sia in costante crescita l'azienda non riesce in nessun modo a monetizzare il successo ottenuto. Il paragone con il collega di Palo Alto può rendere meglio l'idea; Facebook ha circa il doppio degli iscritti di Twitter eppure ha chiuso il 2011 con un fatturato di 4,27 miliardi di dollari mentre Twitter nello stesso periodo segnava entrate per soli 139 milioni di dollari, briciole rispetto al sito di Zuckerberg nonostante 450 milioni di iscritti non siano poi così pochi. Dopo una fase traballante che ha portato al cambio di numerosi CEO alla guida dell'azienda, ora Twitter sembra godere di un periodo di stabilità con la gestione di Dick Costolo, ormai in testa alla società da 18 mesi, e si prepara ad avanzare nuovi business model che consentano alla piattaforma di avvicinarsi ai livelli dei suoi prestigiosi concorrenti.