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10 anni fa usciva Citadel, a sancire l’alleanza Epic-Apple che ora si sta sgretolando

Epic Games e Apple si stanno affrontando nelle aule di tribunale per il destino di Fortnite su iOS e in generale per il futuro dell’App Store così come è esistito finora. Nel 2010 però lo studio di sviluppo ha pubblicato proprio su App Store un software che ha contribuito ad accendere l’interesse per iPhone e iPad come macchine da gioco.
A cura di Lorenzo Longhitano
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In questo momento il rapporto tra Apple e lo sviluppatore di videogiochi Epic Games non è tra i più distesi. Lo sparatutto Fortnite creato da Epic è stato eliminato dall'App Store dopo che la casa di sviluppo ha tentato di aggirare il sistema di pagamenti del negozio digitale che trattiene il 30 percento dei proventi su tutte le transazioni che avvengono su iPhone. Le due società però non sono sempre state ai ferri corti, anzi: 10 anni fa Epic Games ha contribuito a trasformare iPhone e iPad in veri e propri strumenti da gioco con il rilascio di Epic Citadel, una dimostrazione grafica che ha mostrato come tablet e smartphone fossero capaci di riprodurre esperienze simili a quelle offerte dalle console del tempo.

Era il 1 settembre del 2010. Apple pochi mesi prima aveva lanciato il suo iPhone 4 (i lanci degli iPhone non si tenevano ancora inderogabilmente in autunno), mentre il primo iPad era sul mercato da gennaio dello stesso anno, quando Epic Games ha pubblicato per la prima volta nell'App Store quella che in gergo viene definita una dimostrazione grafica — non un vero e proprio videogioco, ma un'esperienza pensata per dare agli utenti un assaggio delle potenzialità tecniche di una determinata tecnologia. Si trattava di Epic Citadel, una riproduzione tridimensionale di un'ambientazione medievale, dettagliata in un modo che non si era mai visto su smartphone e tablet ma soltanto sulle console dell'epoca.

Epic Citadel non ha significato molto per i videogiocatori dell'epoca: non è stata un'app da milioni di download, semplicemente perché non era diretta a loro, ma a coloro che avrebbero sviluppato la prossima generazione di giochi per iOS. Alla base della dimostrazione c'era infatti la tecnologia che Epic intendeva pubblicizzare: l'Unreal Engine, il motore grafico sviluppato dalla società e che viene concesso in licenza ormai da anni alle case di sviluppo che desiderano sfruttarlo per creare le loro esperienze in 3D. Alla base delle prodezze grafiche di Epic Citadel c'era sì la potenza dei processori progettati da Apple, ma soprattutto la raffinatezza di Unreal Engine — che ha reso possibile portare sugli schermi di iPhone e iPad qualcosa che fino a quel momento non sembrava possibile.

Il mondo dei giochi per smartphone e tablet non è certo nato con la pubblicazione di quest'app, ma l'opera di Epic è stata fondamentale ad aprire gli occhi a numerosi sviluppatori, facendo loro capire che era possibile dare vita su questi dispositivi portatili a esperienze graficamente intriganti e realistiche. Per Epic Games si è trattato di una mossa pubblicitaria, che ha portato affari d'oro nelle casse dell'azienda sotto forma di studi di sviluppo che si sono rivolti al gruppo per avere in licenza l'utilizzo di Unreal Engine; le conseguenze per Apple sono state anche più remunerative, poiché da quel momento iPhone e iPad (su Android il software arrivò con 3 anni di ritardo) sono stati presi sempre più in seria considerazione da sviluppatori e giocatori come macchine da gioco.

Dieci anni dopo quell'alleanza si è trasformata in una lotta in tribunale. Da una parte Epic Games, che vorrebbe poter disporre dei pagamenti nelle sue app come desidera e aprire negozi digitali alternativi sui dispositivi Apple e Android; dall'altra la casa di Cupertino, che difende gli investimenti fatti nel suo sistema operativo e nella sua infrastruttura di pagamenti minacciando la presenza di Fortnite su iOS ma anche degli altri giochi realizzati attraverso lo stesso Unreal Engine. In mezzo, per il momento, i videogiocatori.

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