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1000 euro di multa al blogger per la satira sul Trota

Micheal Abbatangelo è stato condannato per aver pubblicato un finto diario personale del figlio dell’ex leader della Lega. Secondo l’autore condannato l’ex ministro Roberto Maroni avrebbe chiesto a Google di fornire i suoi dati personali ma da Mountain View è giunto un secco rifiuto.
A cura di Angelo Marra
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Aprire un blog di satira su Renzo Bossi non necessita certo di un grande sforzo di fantasia. I fatti raccontati dalla cronaca, le uscite pubbliche infelici, le lauree acquistate in Albania e chissà cos'altro hanno trasformato il figlio dell'ex leader leghista in una sorta di italica macchietta, entrata a pieno titolo nell'immaginario collettivo nostrano al pari delle maschere della commedia dell'arte.

La genesi del personaggio ha inizio con una sortita di papà Umberto che davanti alla richiesta di un giornalista sul fatto che suo figlio potesse diventare il suo delfino, rispose con l'ormai celebre affermazione "al massimo è una trota", bollando per sempre il suo pargolo con l'ittico appellativo. Insomma, ironizzare sul personaggio è un'attività nata prima che sui giornali proprio in famiglia, eppure aver preso in giro il figlio dell'ex leader leghista è costato caro ad un blogger francese, Micheal Abbatangelo, condannato pochi giorni fa dal Tribunale di Varese ad una multa di 1000 euro più le spese processuali, con il pm che aveva addirittura chiesto una sanzione di 30.000 euro e 7 mesi di reclusione.

Abbatangelo è autore dal 2009 del "Diario segreto di Renzo Bossi", una parodia delle confidenze del Trota affidate alle pagine di un blog (come se quelle reali fossero in realtà meno divertenti) ma per i giudici si tratta di pura e semplice diffamazione, da punire per vie legali. Il giudice unico Anna Giorgetti ha perciò deciso di condannare il blogger (intorno al quale si è però stretto tutto il mondo della rete)  ma a rendere ancor più comica la faccenda c'è il fatto che il blog risulta tranquillamente online, in quanto non è pervenuta (nè è stata emessa) alcuna richiesta di rimozione.

Dal canto suo il blogger si è detto poco preoccupato (visto che vive all'estero e difficilmente si potrà chiedere l'estradizione per un reato di tale portata) ma intenzionato ad attendere che i togati depositino le motivazioni della sentenza per poter procedere poi in appello. In un'intervista pubblicata su LSDI però Abbatangelo aggiunge un'informazione inedita e al tempo stesso preoccupante; secondo il blogger l'ex ministro Roberto Maroni, collega di partito di Bossi Jr (nonchè eletto nel collegio di Varese, dove si trova il tribunale che ha emesso la condanna), avrebbe inoltrato una richiesta a Google perchè fornisse le informazioni personali dell'autore del diario.

Non è noto se tale richiesta sia stata fatta da Maroni a titolo personale, come rappresentante della Lega o in veste di parlamentare, fatto sta che da Mountain View è arrivato un secco rifiuto. Quanto al blogger si è detto "stupito" della denuncia, in quanto in Francia la satira è di certo poco gradita ai potenti ma finisce in tribunale in casi davvero rari, mentre in Italia non è stata ancora seppellita del tutto l'ipotesi di una legge già soprannominata "ammazza blog".

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