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Popcorn Time, l’Italia sequestra il Netflix dei pirati

Dopo la Danimarca, anche l’Italia si scaglia contro Popcorn Time, l’applicazione che consente la visione di film e serie TV in maniera totalmente gratuita attraverso il web.
A cura di Marco Paretti
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popcorn time

Dopo la Danimarca, anche l'Italia si scaglia contro Popcorn Time, l'applicazione che consente la visione di film e serie TV in maniera totalmente gratuita attraverso il web. Il Netflix dei pirati, come viene spesso soprannominato, è stato preso di mira dalla Procura della Repubblica di Genova, che ha messo sotto sequestro i portali con estensione .io e .se e la versione beta del programma con traduzione italiana. Il software non possiede contenuti illegali all'interno di server proprietari, ma permette di scaricare e inviare al nostro PC – o dispositivo mobile – il contenuto in streaming, mentre il servizio pensa a scaricare un normale torrent.

La mobilitazione italiana è importante perché in questo modo l'Italia è il primo paese a scagliarsi direttamente contro il programma. Se già erano state mosse denunce contro gli utilizzatori – negli Stati Uniti e in Norvegia, per esempio – e contro chi ne spiegava le funzioni – in Danimarca -, per la prima volta le autorità si snorivolte direttamente ai creatori del software, mettendone sotto sequestro domini e programma. Popcorn Time sfrutta lo stesso concetto che rende, almeno in teoria, intoccabili servizi come eMule e BitTorrent: i server e i contenuti non sono di proprietà del servizio che, di conseguenza, non può essere accusato.

Persino la corte distrettuale di Tel Aviv aveva deciso di non sequestrare il software in nome della libertà di espressione e della libera circolazione dei dati. L'Italia, invece, ha deciso di agire con aggressività. Ma cosa cambia, quindi, per gli utenti? Poco o nulla, perché ad essere stato sequestrato è il programma e non il servizio in sé. Insomma, chi possedeva già Popcorn Time potrà continuare ad utilizzarlo, mentre chi non ce l'ha non potrà scaricarlo dai siti prima disponibili. In realtà sono già nati portali alternativi che permettono di scaricare il tutto, quindi la mossa della Procura si è risolta in un nulla di fatto. Che però preoccupa, perché per la prima volta al mondo le autorità hanno deciso di colpire un programma che distribuisce torrent.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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