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508,45 milioni i fondi venture capital investiti in Italia

L’Aifi, in esclusiva per Il Sole 24 Ore, ha effettuato il primo censimento sulle iniziative pubbliche nel venture capital ed è emerso che ben 508,45 milioni sono investiti da regioni, province, camere di commercio.
A cura di Giovanna Di Troia
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L’Aifi, in esclusiva per Il Sole 24 Ore, ha effettuato il primo censimento sulle iniziative pubbliche nel venture capital che può essere utile per diffondere la cultura imprenditoriale e per creare nuove Pmi e di conseguenza, nuovi posti di lavoro. Ebbene è risultato che ben 508,45 milioni sono investiti da regioni, province, camere di commercio, in fondi di venture capital, con lo scopo di far crescere le aziende, nella maggior parte startup e considerate tra le più competitive.

In Italia si è verificato un boom di investimenti in tal proposito, ma regnano sovrani ancora tanta  confusione, impreparazione e soprattutto un profondo gap. Basti pensare agli 80 milioni erogate da quattro Camere di Commercio della Lombardia per il fondo Finanza e sviluppo impresa, affidato a Futurimpresa Sgr. O ancora alla più cospicua somma messa a disposizione dalla Camera di Commercio di Reggio Calabria: 250 mila euro per le nuove imprese hi-tech, grazie al fondo rotativo autogestito di seed capital.

Ma sono proprio i dati venuti alla luce con tale censimento a parlar chiaro ed essere totalmente esplicativi. Il nord Italia registra la maggiore concentrazione di fondi. A primeggiare la Lombardia, che con gli 87 milioni messi a disposizione dalla finanziaria regionale Finlombarda a cui si aggiungono quelli delle Camere di Commercio, arriva a 167 milioni, praticamente un terzo del totale. Non è da meno la Toscana, dove oltre alla regione, che ha elargito 96,4 milioni in tre diverse operazioni, non mancano 700 mila e 500 mila euro rispettivamente delle Camere di Prato e Pisa. Mentre, il Veneto grazie alla regione può contare su 65 milioni. Per quanto riguarda le isole, in Sicilia c’è il venture di matrice pubblica con il fondo Cape di 34 milioni ed è gestito da Cimino e associati, mentre in Sardegna si punta sull'early stage: 35 milioni dal fondo Ingenium, affidato a Zernike Meta Ventures.

E così Anna Gervasoni, direttrice dell'Aifi, osserva che sarebbe auspicabile “trovare linee guida comuni”, in quanto è palesemente impossibile ed inadeguato che “ogni territorio abbia le sue misure”.  Inoltre nota che oltre ad una massiccia dose di limiti di efficienza, ci sono anche problemi di comunicazione, aggiunge infatti “troppo spesso queste iniziative sono conosciute solo a livello locale, ma in questo modo la platea è inevitabilmente ristretta e ci si priva di buona parte delle possibili sinergie.”

In chiosa, la parola a Michele Costabile, docente di marketing alla Bocconi e da più di un anno amministratore delegato della Sgr milanese Quantica: “…l'Italia è ancora in una fase di sperimentazione, dentro la quale il flusso dei fondi strutturali ha spinto gli enti locali ha debuttare sul fronte del venture capital ma creato qualche inevitabile schizofrenia. L'importante è lavorare, tutti, per una razionalizzazione del sistema, in modo da approdare a un sistema basato su fondi regionali concentrati sui segmenti più bassi e su fondi nazionali aperti a investimenti più importanti”.

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