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A 13 anni viola un sistema Apple, giovane hacker graziato dal giudice

La notizia che un giovane hacker sia riuscito a penetrare un sistema Apple, di solito impenetrabile per definizione, è di per sé una notizia. Ma un giovane hacker australiano è riuscito a penetrare un sistema Apple e a scaricare diversi giga di dati, riuscendo ad evitare una condanna esemplare e ammettendo di averlo fatto per essere notato da Cupertino. E il giudice gli ha creduto.
A cura di Francesco Russo
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La notizia che un giovane hacker sia riuscito a penetrare un sistema Apple, di solito impenetrabile per definizione, è di per sé una notizia. Ma quella che arriva dall'Australia è a dir poco sorprendente. AppleInsider riporta che un giovane hacker, appena adolescente, è riuscito a penetrare un sistema Apple e a scaricare diversi giga di dati, riuscendo ad evitare una condanna che sarebbe stata d'obbligo. È successo infatti che la Corte di Adelaide, pur riconoscendo l'atto criminale commesso dal giovane, abbia deciso di non comminare nessuna pena al giovane invitandolo, piuttosto, a impiegare meglio queste sue eccellenti capacità informatiche, sicuramente in modo legale. Ma la notizia si arricchisce del fatto che il ragazzo ha ammesso di aver fatto questa operazione pur di essere notato dal colosso di Cupertino per farsi assumere. Al momento dei fatti il ragazzo aveva 13 anni e oggi ne ha 16.

Effettuare un'operazione di hacking, quindi commettere un reato violando dei sistemi protetti per rubare dati, è un crimine. Ma quello che è successo in Australia è particolare. Infatti la Corte di Adelaide ha deciso di non condannare un giovane hacker che, nel 2015, aveva violato un sistema Apple, scaricando diversi giga di dati, riconoscendo al giovane, che all'epoca dei fatti aveva solo 13 anni, tre attenuanti: il fatto di essere, all'epoca dei fatti, minorenne; di non aver arrecato alcun danno significativo; e di non aver considerato la gravità della propria azione. Tre attenuanti che hanno evitato al ragazzo una condanna esemplare, mentre invece la corte ha comminato solo un periodo di 9 mesi di libertà vigilata, con cauzione a 500 dollari per buona condotta.

A rendere il tutto forse anche un po' curioso è il fatto che il ragazzo avrebbe ammesso di aver forzato quel sistema Apple ma senza voler commettere alcun reato: voleva essere notato proprio dall'azienda di Cupertino. E il giudice gli ha creduto. Da quello che riportano i media australiani, il giovane è un talento a scuola, con ottimi voti, che voleva migliorare le sue competenze in ambito di sicurezza informatica, voleva studiare propria questa materia all'università. Un giovane prodigio insomma che la Corte ha deciso di "graziare" con una pena minima.

Ad accorgersi della violazione è stato proprio il colosso di Cupertino che, dopo aver verificato la violazione, ha allertato l'FBI le cui indagini hanno poi portato a questo giovane hacker australiano. Da Cupertino Apple ha commentato sostenendo che i dati non sono stati violati del tutto e che nessuno ha subito dei danni. Ribadendo la propria filosofia che vede al centro la sicurezza dei dati e la privacy degli utenti, Apple invita il ragazzo a continuare i suoi studi e a dedicarsi a fare bene, bollando il gesto del ragazzo come "follie di gioventù".

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