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Addio alla Net Neutrality: cosa cambia per l’Italia

Nel corso delle ultime ore la Federal Communication Commission americana (Fcc) ha votato per ritirare le leggi volute da Obama sulla Net Neutrality. Ma cosa cambia per l’Italia?
A cura di Marco Paretti
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Nel corso delle ultime ore la Federal Communication Commission americana (Fcc) ha votato per ritirare le leggi volute da Obama sulla Net Neutrality, la neutralità della rete che avrebbe garantito a tutti un accesso senza limitazioni al web. Con tre voti a favore e due a sfavore, la Fcc ha invece approvato la proposta dei repubblicani e del nuovo presidente dell'agenzia Ajit Pai di annullare le regole della precedente amministrazione. Una decisione che porterà ad uno stravolgimento graduale dell'accesso alla rete nel corso dei prossimi anni: la Net Neutrality è nata per impedire la creazione di corsie preferenziali per l'accesso al web da fornire a chi è disposto a pagare di più. Un approccio ovviamente voluto fortemente dalle aziende di telecomunicazioni. Ma cosa cambia per l'Italia?

Per il momento la votazione della Fcc riguarda esclusivamente il territorio statunitense, quindi gli utenti italiani non saranno toccati dalla decisione della commissione. Le leggi che governano la Net Neutrality sono infatti nazionali e devono essere gestite da ogni paese in maniera indipendente. La questione, però, non si chiude di certo qui. Da diversi mesi in Europa il dibattito sulla neutralità della rete si è acceso e, nel corso dei prossimi mesi, si attendono decisioni su offerte che stanno facendo discutere. Come lo "zero rating", una procedura avviata ad ottobre 2015 che consente agli operatori di fornire l'uso illimitato di servizi internet senza andare a scalare il traffico dati mensile compreso nell'abbonamento.

Proprio in quest'ottica TIM e Vodafone hanno approfittato del Natale per proporre diverse offerte che non consumano traffico dati se si accede a determinati contenuti, come applicazioni di streaming musicale o social network. Ora bisognerà capire se questo accesso privilegiato – e a pagamento – sarà considerato una violazione della Net Neutrality e se quindi finirà nel mirino dell'AgCom come già successo per altre offerte simili. Nel frattempo proprio l'autorità garante delle comunicazioni ha aumentato l'entità delle sanzioni che potrà emanare fino a 2 milioni e mezzo di euro.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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