AGCOM detta le regole per le nuove reti, la banda larga è sempre più vicina
Sarà forse il recente cambio di squadra al Governo, non tv-centrico come quello che lo ha preceduto, o sarà più probabilmente l'Europa, che ormai guida il nostro paese in ogni sua scelta e che ha imposto tempi strettissimi per la “rivoluzione tecnologica”, fatto sta che nelle ultime settimane il tema dell'Agenda Digitale sembra passato dal dimenticatoio al tavolo dei progetti da approvare con maggiore urgenza.
Già solo il fatto che il neo Premier abbia pronunciato l'espressione “Agenda Digitale“ durante il suo discorso di iniziazione aveva fatto gridare al miracolo, mentre gli ex ministri si guardavano attoniti chiedendosi di che cosa parlasse Monti. Nel giro di pochi giorni poi, il mercato e le giovani aziende hanno voluto più volte marcare l'attenzione sull'esigenza di una ripresa strutturale profonda per quanto riguarda la rete italiana, con una serie di incontri come l'IGF, il Working Capital Tour o Kultur Convivio (oggi a Milano) dove la parola d'ordine è ormai diventata la stessa per tutti: banda larga.
Dopo le abbondanti promesse di Romani, puntualmente disattese, un certo scetticismo di fronte ai piani di rivoluzione digitale era più che comprensibile, ma quale che sia l'opinione su Monti e sul suo operato, è senza dubbio che il nuovo Presidente del Consiglio sia un uomo del fare.
Mentre il web italiano deve ancora riprendersi dallo schock per aver sentito un proprio politico pronunciare la formula segreta “Agenda Digitale”, ecco che l'AGCOM produce un documento con il quale stabilisce le regole per le nuove reti del futuro. Non solo chiacchiere quindi, ma un progetto che lentamente sta prendendo vita e, a quanto sembra, secondo certe logiche ferree.
Nel suo “Regolamento in materia di diritti di installazione di reti di comunicazione elettronica per collegamenti dorsali e coubicazione e condivisione di infrastrutture” AGCOM ha voluto puntare l'attenzione principalmente su tre punti. Il primo, come recita il documento stesso, prevede “la definizione di linee di indirizzo per l’accesso, da parte degli operatori, alle infrastrutture pubbliche utili alla realizzazione di reti di comunicazione elettronica sia per le reti dorsali dei collegamenti a lunga distanza, sia per le reti d’accesso in ambito cittadino”.
Maggiore apertura nei confronti dei privati quindi, ai quali però spetta l'obbligo di lavorare di concerto onde evitare la sovrapposizione di reti e progetti analoghi; a tal proposito l'AGCOM ha stabilito la “definizione di obblighi di condivisione, tra operatori, delle loro infrastrutture per la realizzazione di reti di nuova generazione”. Occorre poi conoscere e mappare tutte le reti esistenti e quelle che verranno create in futuro, ecco perchè nel suo documento l'Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni ha stabilito l'istituzione di un vero e proprio “Catasto delle infrastrutture”, in modo tale da poter monitorare costantemente anche l'andamento dei lavori di allargamento e ammodernamento delle reti.
Per quanto sia un'operazione dai tempi indefinibili, con buona pace della frettolosa Europa, la banda larga da oggi è ancora più vicina.