125 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Alcuni utenti affittano il proprio profilo Facebook a sconosciuti in cambio di denaro

La pratica è stata messa sotto i riflettori da Buzzfeed, che grazie al lavoro di alcuni ricercatori informatici ha raccontato di diversi soggetti disposti a pagare per avere in affitto profili Facebook, da utilizzare come base per campagne pubblicitarie normalmente vietate sul social. Una volta bandito un profilo, passano al prossimo.
A cura di Lorenzo Longhitano
125 CONDIVISIONI
facebook valore mille dollari

Il proprio profilo su Facebook viene ancora considerato da molti come una sorta di biglietto da visita virtuale, se non un luogo dove rimangono custoditi foto e ricordi caricati negli anni passati ma ancora preziosi. Non tutti la vedono così però, anzi: in Rete — riporta in queste ore Buzzfeed — c'è chi è disposto a concedere il controllo del proprio profilo in affitto per pochi dollari a soggetti ansiosi di poterlo sfruttare per qualche mese per i propri scopi. Ma perché qualcuno dovrebbe voler prendere in affitto un profilo altrui? Il motivo è quasi sempre lo stesso: riciclare annunci pubblicitari vietati.

Secondo il reportage di Buzzfeed, i profili presi in affitto vengono utilizzati per attivare campagne pubblicitarie normalmente bandite su Facebook — il sito cita annunci riguardanti casinò o medicinali per il benessere maschile, ma le categorie di prodotti e servizi che violano i termini del social network sono diverse. Gli algoritmi di Facebook impiegano del tempo per accorgersi dell'attività illecita, tempo durante il quale gli annunci portano comunque frutto. Nel momento in cui il misfatto viene alla luce, la campagna viene sospesa e al profilo viene impedito di avviarne altre; a questo punto chi ha preso l'account in affitto può riprendere la stessa attività su un altro account.

I soggetti attivi nello sfruttare questo meccanismo sembrano numerosi e ben organizzati: reclutano i volontari attraverso siti internet, forum o video su YouTube e offrono ricompense a chi a sua volta convince altre persone a partecipare al programma. In alcuni casi questi individui arrivano a inviare ai proprietari dei profili un laptop preconfigurato per gestire in automatico le campagne pubblicitarie illecite; in altre occasioni si limitano a far installare sui computer dei loro collaboratori un software per il controllo remoto, tramite il quale è possibile fare la stessa cosa lasciando che il dispositivo già in casa venga controllato a distanza dagli organizzatori.

I ricercatori interpellati da Buzzfeed riferiscono che le attività scoperte hanno sede principalmente negli Stati Uniti e sono alla ricerca di profili statunitensi, ma non è detto che il fenomeno non sia destinato ad espandersi. Facebook del resto ha raccontato di esserne a conoscenza già da un paio di anni, il che significa che non ha ancora trovato il modo di porvi fine. Inutile dire che aderire a questo tipo di proposte è un'idea rischiosa per svariate ragioni: oltre a mettere a rischio il proprio profilo — che Facebook portebbe bloccare — mette nelle mani di soggetti sconosciuti il controllo del proprio computer e di tutti i dati contenuti al suo interno.

125 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views