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Amazon blocca 600 marchi cinesi: richiedevano recensioni positive in cambio di regali

La piattaforma americana ha messo al bando centinaia di brand, i cui prodotti venivano venduti da 3000 account. Come è capitato in passato, si servivano delle “recensioni incentivate”, proibite dal sito e-commerce, per aumentare le vendite. In cambio di giudizi positivi, ai consumatori erano state promesse carte regalo e premi.
A cura di Ivano Lettere
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Era già successo, ma l'abitudine di richiedere recensioni positive in cambio di benefit e carte premio è dura a morire. Il 17 settembre, Amazon ha dichiarato che verranno banditi dalla sua piattaforma più di 600 marchi cinesi i cui prodotti sono stati venduti da 3000 account. La decisione del colosso americano è stata presa alla luce della violazione delle politiche vigenti sul sito e-commerce più famoso del web, le stesse che impediscono ai rivenditori di adescare ulteriori consumatori facendo leva su giudizi falsi ottenuti tramite pratiche subdole.

I particolari della vicenda

I provvedimenti di Amazon sono frutto di un'indagine nata dopo un articolo scritto da Nicole Nguyen, una giornalista del Wall Street Journal. Il pezzo verteva sulla capacità di alcune aziende, come per esempio Ravpower, di offrire agli utenti gift card in cambio di recensioni positive. Una pratica vietata dal sito dall'ottobre 2016, quando pubblicò le linee guida per la comunità, nelle quali erano severamente proibite le "recensioni incentivate".

Oltre a quelle messe al bando, potrebbero esserci altre aziende cinesi che fanno ricorso a quest'operazione – un sospetto fondato sulla frequenza con cui si verificano questi episodi. Nel maggio scorso, Amazon aveva deciso di espellere, impedendo loro di essere attivi sulla piattaforma, Aukey, Mpow e RawPower, marchi storici e noti alla stragrande maggioranza dei consumatori. Dopo soli due mesi, a luglio, la stessa sorte toccò a 340 negozi che lavoravano sul sito e-commerce e che dipendevano da Shenzhen Youkeshu Technology, tra le aziende cinesi più famose nel commercio internazionale. In quel caso, ammontava a 20 milioni di dollari il giro di affari connesso alle attività proibite da Amazon.

L'azienda ha anche rilasciato una dichiarazione, in cui ribadisce con fermezza la propria posizione. “I clienti si affidano all'accuratezza e all'autenticità delle recensioni dei prodotti per prendere decisioni di acquisto informate e abbiamo politiche chiare sia per i recensori che per i partner di vendita che vietano l'abuso delle caratteristiche della nostra comunità. Sospendiamo, bandiamo e intraprendiamo azioni legali contro coloro che violano queste politiche, ovunque si trovino nel mondo”, ha spiegato in una nota.

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