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Amazon ha brevettato un braccialetto che monitora i dipendenti

Amazon avrebbe brevettato un bracciale in grado di monitorare la posizione delle mani dei lavoratori, vibrando quando rileva che la posizione non è quella corretta.
A cura di Marco Paretti
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Amazon non si trova di certo in una posizione ottimale dal punto di vista del lavoro: da un lato deve cercare di semplificare meccaniche complesse all'interno dei suoi immensi e sfaccettati magazzini, dall'altro è costantemente presa di mira da chi ne critica la gestione dei dipendenti. Per questo il brevetto depositato dal colosso dell'ecommerce negli ultimi giorni farà probabilmente discutere molto. Amazon avrebbe infatti brevettato un bracciale in grado di monitorare la posizione delle mani dei lavoratori, vibrando quando rileva che la posizione non è quella corretta.

Un concetto che punta a rendere più rapida la ricerca dei prodotti all'interno degli enormi magazzini, ma che è già stata criticata e definita come l'ennesimo passo per rendere i propri dipendenti dei veri e propri automi in grado di compiere rapidamente un lavoro ripetitivo. Il brevetto si basa su un sistema che, una volta ricevuto l'ordine di un cliente, ne invia i dettagli al bracciale del lavoratore, che deve individuare la merce e posizionarla all'inizio della catena per avviare la procedura di spedizione. Il tutto controllato, appunto, dal bracciale che vibra quando si compie un'azione scorretta. "Le attuali procedure per individuare dove sono immagazzinati i prodotti all'interno dell’inventario possono richiedere di svolgere azioni che fanno perdere tempo al dipendente" si legge nel documento depositato da Amazon. "Per questo sono interessanti tutti i nuovi metodi per tenere traccia di dove sono posizionati i prodotti dell’inventario".

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Un'idea funzionale sulla carta, ma che può generare ulteriori polemiche nell'attuale clima teso attraversato da Amazon a causa delle critiche alle condizioni di lavoro che hanno colpito l'azienda negli Stati Uniti e altri paesi, Italia compresa. Ad essere finiti al centro delle polemiche sono proprio i ritmi e le meccaniche di lavoro dettate da algoritmi e obiettivi che li portano a correre da un pacco all'altro. Lo scorso novembre i lavoratori dei centri italiani hanno scioperato per la prima volta per protestare contro le politiche dell'azienda americana, avviando una vertenza ancora in corso con un incontro previsto domani tra Giuliano Poletti a l'azienda.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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