Dopo le critiche riguardanti il suo e-commerce, Amazon ha iniziato a rimuovere i documentari no-vax dalla sua piattaforma Prime Video, una sorta di concorrente di Netflix che consente a tutti gli abbonati a Prime di accedere a film e serie TV. I documentari in questione si chiamano Vaxxed: From Cover-up to Catastrophe, Man Made Epidemic e Shoot' Em Up: The Truth About Vaccines ed erano disponibili fino almeno allo scorso venerdì all'interno della piattaforma. Ora, invece, non sono più riproducibili. Solo pochi giorni fa la CNN aveva fatto notare che, cercando la parola "vaccini" nel motore di ricerca della versione statunitense di Amazon, ben 15 dei primi 18 risultati sono libri che contengono teorie antiscientifiche.
Discorso simile per quanto riguarda Prime Video, dove una ricerca del termine "vaccini" portava ad una serie di risultati capitanati proprio da "Vaxxed", un documentario no-vax posizionato in prima posizione. Amazon non ha commentato ufficialmente la presenza dei contenuti no-vax all'interno del suo negozio né l'eliminazione dei documentari, ma ha rimandato alla pagina dove sono indicate le linee guida per la pubblicazione dei libri: "In qualità di rivenditori, offriamo ai nostri clienti la possibilità di esaminare diversi punti di vista e mettiamo a loro disposizione anche materiali che alcuni potrebbero ritenere sgradevoli. Detto questo, ci riserviamo il diritto di non vendere determinati contenuti, come materiale pornografico o inadeguato".
L'estrema visibilità ottenuta dai documentari è probabilmente dovuta agli stessi motivi che hanno portato all'inserimento di molti libri anti-vaccini nei risultati di ricerca su Amazon: sono molto popolari. È evidente che libri e contenuti no-vax stiano vendendo, perché contengono tesi che — per quanto antiscientifiche — fanno presa su una fetta sempre maggiore di popolazione spaventata; di contro è difficile che pubblicazioni in linea con il consenso scientifico riscuotano un grande successo commerciale. Il problema è che la diffusione di questa tesi no-vax è collegata ad un vero e proprio allarme sanitario mondiale, ovvero la contrarietà ai vaccini inserita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità all'interno delle dieci minacce più urgenti da contenere per il 2019, insieme ai batteri resistenti agli antibiotici e al virus Ebola.