Amazon ha raggiunto un accordo con il fisco francese che porterà il colosso dell'ecommerce a pagare 200 milioni di euro per mettere fine ad una controversia con l'erario francese che prosegue dal 2012. L'accodo "transattivo" riguarda tasse arretrate e multe emesse in un periodo che va dal 2006 al 2010. A finire al centro delle indagini sono le pratiche di elusione fiscale che Amazon metterebbe in atto per dirottare i profitti nei paesi dove la pressione fiscale è minore, evitando in questo modo di pagare la totalità delle imposte nei paesi in cui opera e dove dovrebbe staccare un assegno più alto.
Amazon dirotta infatti i suoi guadagni nel Lussemburgo, una pratica utilizzata da molti colossi del web che il presidente francese Emmanuel Macron vuole limitare. Per questo ha presentato un sistema in grado di tassare le aziende americane attive nel paese calcolando il volume delle vendite in ogni nazione e non basandosi sui profitti che attualmente vengono registrati in paesi a tassazione agevolata. Lo scorso dicembre Amazon ha annunciato un accordo simile con il fisco italiano, secondo il quale ha pagato 100 milioni di euro per mettere fine ad un'indagine su una presunta evasione fiscale avvenuta tra il 2011 e il 2015.
L'accordo con il fisco francese non rappresenta peraltro la prima volta che la realtà americana si scontra con le autorità francesi: nel 2012 Amazon ha pagato 198 milioni di euro per tasse arretrate, interessi e penali relative al diverso reddito tra diverse giurisdizioni. Amazon, che al tempo si era difesa respingendo le accuse, ha poi creato una sede francese nell'agosto 2015, "con tutti i ricavi al dettaglio, le spese, i profitti e le imposte dovute ora in Francia". Secondo l'azienda, in Francia sarebbero stati investiti oltre 2 miliardi di euro dal 2010, creando oltre 5.500 posti di lavoro.
