Anonymous, attacco alla Chiesa. Diffuse le mail del prete accusato di pedofilia
"Anonymous intende provare a far luce sul vostro losco mondo, membri del Clero". Non poteva essere più diretto il messaggio di accusa di Anonymous nei confronti della Chiesa Cattolica apparso in un post sul sito ufficiale dei pirati informatici. Un lungo elenco di accuse nei confronti delle autorità ecclesiastiche, colpevoli di aver "fomentato odio e stigma verso chiunque mostri un orientamento sessuale differente da quello che voi definite "naturale", in linea con un modello di società patriarcale e discriminante".
Da qui l'accusa verso l'ipocrisia della Chiesa, che da una parte ospita e copre preti pedofili e dall'altra condanna pubblicamente l'omosessualità in tutte le sue forme. L'attacco di Anonymous però non si conclude qui; in calce al post infatti il gruppo di hacker ha inserito una serie di link da cui è possibile scaricare la corrispondenza elettronica di Don Ruggeri, il prete accusato di aver molestato una bambina di 13 anni, ora agli arresti domiciliari.
Si tratta di un gesto simbolico in quanto la corrispondenza del prelato non contiene naturalmente materiale "piccante" (Anonymous non avrebbe mai fatto circolare contenuti di questo tipo), una dimostrazione della capacità degli hacktivisti di violare la privacy anche degli uomini di Chiesa, contro i quali ha deciso di indirizzare le su prossime crociate.
In realtà la guerra tra Anonymous e il Vaticano ha già avuto degli episodi nel passato. Secondo il dossier elaborato da Imperva, l'Hacker Intelligence Summary Report", lo scorso 17 agosto, in concomitanza con la visita del Papa a Madrid, il celebre gruppo di pirati avrebbe condotto un massiccio attacco nei confronti del sistema informatico del Vaticano, attacco che i potenti mezzi della Chiesa sono stati in grado di respingere senza subire danni, grazie al fatto di sapere in anticipo di essere sulla black list degli hacker. Naturalmente nè il Vaticano nè Anonymous hanno confermato la notizia ma l'ultima presa di posizione pubblica di Anonymous, questa volta, non lascia spazio a dubbi.