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Anonymous a lavoro per fare chiarezza sul suicidio di Rehtaeh Parsons

Il gruppo di hactivisti del web vendicano la morte della giovane canadese individuando i quattro responsabili del suo stupro.
A cura di Daniele Cretella
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Gli Anonymous accusano gli inquirenti e compiono indagini sul suicidio di Rehtaeh Parsons. Aveva fatto il giro del web la notizia dello scorso 7 Aprile, quando il corpo della teenager canadese Rehtaeh Parsons era stata trovato la vita nel bagno di casa a seguito della divulgazione di alcune fotografie apparse su Facebook riguardanti lo stupro compiuto nei suoi confronti da parte di alcuni coetanei. Ma per gli Anonymous quel suicidio poteva essere evitato e sarebbe pronto a fare giustizia lì dove le autorità non si sarebbero dimostrate all' altezza.

E' in particolare alla polizia ed al sistema scolastico della Nuova Scozia che il gruppo di hacktivisti imputa le maggiori responsabilità per la morte di Rehtaeh tanto che, secondo alcune notizie emerse negli ultimi giorni, il gruppo di hacker professionisti avrebbe svolto una propria indagine indipendente da quella delle autorità attraverso la quale sarebbe giunta all' individuazione dei quattro soggetti responsabili dello stupro della teenager canadese.

A confermare l' ipotesi è una recente intervista concessa da un membro degli Anonymous alla rivista Vice, secondo cui l' obiettivo principale dell' organizzazione sarebbe quello di dare giustizia alla famiglia di Rehtaeh che, in questa vicenda, sarebbe stata ripetutamente umiliata dall' indifferenza delle autorità e di molti media che si sono occupati del caso. Particolarmente rilevante sarebbe un articolo pubblicato sul National Post all' interno del quale aveva giudicato come normale tra gli adolescenti comportamenti a carattere sessuale come quello riservato alla giovane canadese, assimilando sostanzialmente la condivisione di foto piccanti con stupri in piena regola.

Per ora, gli Anonymous si sarebbero limitati a comunicare i nomi dei presunti colpevoli alla madre di Rehtaeh, mentre per la pubblicazione vera e propria sarebbe attesa la certezza della responsabilità che, al momento non sembra essere garantita. La scelta appare necessaria a seguito delle vicende relative ad un caso analogo che l' anno scorso aveva riguardato, sempre in Canada, il suicidio di Amanda Todd, un' altra teenager umiliata dalla pubblicazione delle foto del suo seno, dove alcuni hactivisti avevano avanzato il nome di un presunto colpevole poi dimostratosi.

Il commissario di polizia Bob Paulson che si sta occupando della vicenda ha recentemente dichiarato di essere aperto ad una collaborazione con gli Anonymous, a patto che chiunque voglia dare un aiuto concreto per la risoluzione del caso, si tolga (letteralmente in questo caso) la maschera. Non è, invece, tollerato il comportamento di chi vuole farsi giustizia da solo.

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