La Commissione Europea non ha trovato prove che possano indicare un accordo stretto tra le etichette musicali ed Apple volto a sfavorire i servizi di streaming musicale rivali come Spotify o Deezer. Gli investigatori hanno cercato segnali che potessero indicare una cospirazione di una o più etichette con Apple in riferimento al nuovo servizio Apple Music. Al termine delle indagini, però, non sono state trovate prove legate ad alcun tipo di attività illegale. L'Unione Europea continuerà comunque a monitorare il mercato attentamente. Lo rivela Recode, testata americana che cita come fonti quattro persone coinvolte nelle indagini.
L'Unione Europea avrebbe inoltre chiesto a Spotify ed altri servizi di streaming informazioni riguardanti l'App Store presente sui dispositivi mobile; gli investigatori sono alla ricerca di dettagli sulle restrizioni poste dall'azienda di Cupertino sulle applicazioni offerte attraverso il negozio digitale. Anche la Federal Trade Commission degli Stati Uniti sta indagando sui comportamenti di Apple in merito al lancio del suo nuovo servizio di streaming musicale. Nello specifico, le due procure vogliono capire se Apple abbia fatto pressione sulle etichette stesse per convincerle ad abbandonare i servizi "freemium" offerti da Spotify e Rdio.
Le indagini hanno comunque sottolineato il fatto che Spotify sia stata messa sotto pressione dalle etichette non contente della proposta gratuita, ma queste pressioni non sembrano essere legate al lancio di Apple Music. Secondo i primi rapporti, Apple avrebbe fatto pressione verso le etichette discografiche per smettere di sostenere i servizi freemium, visto anche il lancio ufficiale di Apple Music avvenuto lo scorso 30 giugno. Un'ipotesi ora smentita dall'Unione Europea, che comunque continuerà a monitorare con attenzione il mercato di servizi come Apple Music e Spotify.