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Arque, la coda robotica per rimanere in equilibrio in situazioni impossibili

Il gadget è stato ideato da un team giapponese, ricorda esteticamente la coda di un cavalluccio marino ma funziona esattamente come l’appendice propria della maggior parte dei mammiferi: le vertebre spostano il baricentro e dei muscoli artificiali imprimono alla struttura una spinta che bilancia i movimenti dell’utente.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Ormai è da circa 30 milioni di anni che le specie animali dalle quali discendiamo hanno perso la coda, ma non è detto che in alcune situazioni odierne l'appendice perduta non potrebbe tornarci ancora utile. Pensando a questo, un gruppo di creativi e artisti giapponesi della Keio University Graduate School of Media Design ha ideato una vera e propria coda artificiale immaginata per essere utilizzata dall'uomo e aiutarlo a mantenersi in equilibrio in situazioni particolari, come il trasporto di pesi e l'esecuzione di movimenti altrimenti impossibili. Il progetto si chiama Arque ed è stato annunciato in occasione della conferenza Siggraph 2019.

Arque: come funziona

Il dispositivo ricorda esteticamente la coda di un cavalluccio marino, alla quale il progetto si ispira esteticamente; si fissa al corpo attraverso una serie di lacci regolabili legati alla vita e alle spalle ed è composto da diverse vertebre, tenute insieme da una struttura flessibile e mosse da quattro muscoli pneumatici. Le vertebre ospitano degli alloggiamenti che possono essere caricati con pesi da 24 a 184 grammi ciascuno, mentre i muscoli entrando in funzione esercitano una spinta in otto direzioni differenti. Il movimento garantito dai muscoli artificiali, unito al peso di Arque, sposta dinamicamente il baricentro dell'utente rispondendo in automatico agli stimoli comunicati al sistema da una serie di accelerometri. Il processo modifica l'equilibrio di chi indossa il dispositivo, aiutandolo a rimanere in piedi anche in situazioni nelle quali sarebbe normalmente sbilanciato.

Nelle intenzioni degli ideatori un accessorio simile può servire ad aiutare chi lo utilizza ma anche ad ostacolarne deliberatamente i movimenti, ad esempio all'interno di un videogioco. L'unico problema è che al momento il gadget è poco più di un prototipo: per trasformarlo in una realtà commerciale occorrerà innanzitutto trovare un modo di farlo funzionare con un sistema di alimentazione autonomo, ma soprattutto intercettare l'interesse di eventuali clienti disposti ad acquistarlo per poter iniziare a ragionare su una produzione in massa.

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