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Attacco a Londra, le autorità: “I terroristi si nascondono su WhatsApp, l’app deve collaborare”

“Dobbiamo assicurarci che aziende come WhatsApp, e tutte quelle simili, non forniscano ai terroristi un logo segreto in cui comunicare in sicurezza”. Ad affermarlo è Amber Rudd, Segretario di Stato per gli affari interni del Regno Unito, in un’intervista alla BBC.
A cura di Marco Paretti
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I terroristi non devono avere luoghi dove nascondersi, compresi quelli digitali. Compresa, quindi, anche WhatsApp. Ad affermarlo è Amber Rudd, Segretario di Stato per gli affari interni del Regno Unito, in un'intervista alla BBC: "Dobbiamo assicurarci che aziende come WhatsApp, e tutte quelle simili, non forniscano ai terroristi un logo segreto in cui comunicare in sicurezza" ha spiegato. Il braccio di ferro tra governo inglese e le applicazioni di messaggistica sicure prosegue ormai da diverso tempo e la stessa WhatsApp è già finita al centro di forti polemiche da parte dell'ex Premier David Cameron. Oggi tornano al centro dell'attenzione in seguito all'attacco avvenuto la scorsa settimana a Westminster.

"Un tempo si aprivano le buste con il vapore o si intercettavano i telefoni quando si voleva conoscere cosa stavano facendo le persone, legalmente attraverso un mandato" ha spiegato Rudd. "Ma in questa situazione dobbiamo assicurarci che la nostra intelligence sia in grado di accedere ad elementi come le chat criptate di WhatsApp". Il commento del Segretario di Stato è giunto in seguito a diversi rapporti secondo i quali l'attentatore di Westminster avrebbe inviato un messaggio tramite WhatsApp poco prima dell'attacco, missiva che non sarebbe accessibile perché, appunto, criptata.

Secondo Rudd le autorità non dovrebbero poter accedere a tutti i messaggi scambiati all'interno delle piattaforme di messaggistica, ma sostiene che le aziende dovrebbero riconoscere di avere la responsabilità di collaborare con i governi per combattere il terrorismo. "Non possono lavarsene le mani dicendo di essere in una situazione differente" ha continuato. "Non lo sono". La risposta è arrivata da un portavoce di WhatsApp: l'azienda è sconvolta dall'attacco di Londra e sta "collaborando con le autorità durante le investigazioni". La discussione riguardante la collaborazione delle aziende con le autorità è esplosa lo scorso anno con la battaglia tra Apple e l'FBI, che voleva accedere all'iPhone dell'attentatore di San Bernardino protetto da un codice. Gli esperti di sicurezza hanno sempre sostenuto il fatto che realizzare un "accesso di servizio" a smartphone e servizi potrebbe compromettere la sicurezza di milioni di persone: se le autorità inglesi posso leggere i messaggi criptati sfruttando questa porta, lo stesso potrebbero fare – senza controllo – le autorità di paesi più oppressivi.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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