Attacco hacker ai danni di Visa.com: rappresaglia in nome di Wikileaks
Lo avevano annunciato e lo hanno fatto. I nemici di Wikileaks sono i nemici del collettivo Anonymous (celebri per le azioni di controinformazione ai danni di Scientology) e dei pirati informatici che si nascondo dietro l'azione di guerriglia informatica che va sotto il nome di Operation Payback, un'operazione nata nel settembre del 2010 per difendere il diritto all'informazione e alla cultura, e per lottare contro il concetto di copyright.
Da qualche giorno, però, l'Operation Payback è stata diretta verso obiettivi strategici ben precisi, ovvero verso tutti coloro che si sono resi colpevoli di censura o di boicottaggio ai danni di Wikileaks.
La prima azienda ad essere stata colpita è stata PayPal, rea d'aver staccato la spina alle donazioni per il sito di Julian Assange; il secondo obiettivo è stato il sito della banca svizzera PostFinance (ancora down) colpevole di aver congelato i conti del portavoce di Wikileaks. Oggi è stata la volta di Visa.com, anch'esso inserita nella lista nera in cui compaiono tutti i privati e le aziende che si stanno adoperando per chiudere la bocca ad Assange e i suoi dossier.
"E questo non è che l'inizio", assicurano i pirati di Operation PayBack, che nella giornata di ieri hanno affossato anche il sito di Mastercard, e subito si sono ricorsi su Twitter i primi commenti, tra i quali selezioniamo quello dell'utente Mhgegi:
"Freedom of expression is priceless. For everything else, there's MasterCard"
ovvero
"La libertà di espressione non ha prezzo. Per tutto il resto c'è MasteCard".