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Baidu pronta ad investire 600 milioni di dollari in Uber

Il motore di ricerca e colosso del web cinese, Baidu, sarebbe pronto ad investire 600 milioni di dollari in Uber. Un’operazione che permetterebbe ad entrambi di entrare in un mercato in crescita dominato fino ad oggi da due servizi finanziati da altri due colossi come Alibaba e Tencent.
A cura di Francesco Russo
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Il motore di ricerca e colosso del web cinese sarebbe pronto ad investire 600 milioni di dollari in Uber, il servizio peer-to-peer che permette agli utenti di raggiungere la propria destinazione entrando in contatto con il conducente del mezzo privato. La startup fondata nel 2009 da Travis Kalanick (oggi CEO) e da Garrett Camp ha già totalizzato 1,2 miliardi di dollari solo nell'ultimo mese, al punto che il valore dell'azienda è arrivato a toccare la cifra di 40 miliardi di dollari. E nonostante questo, si appresta a ricevere un altro investitore, il colosso cinese appunto.

La notizia viene riportata dal sito finanziario Bloomberg e anche da TechCrunch che ha raggiunto un portavoce di Baidu il quale ha confermato la notizia e ha annunciato una conferenza stampa la prossima settimana, durante la quale l'azienda cinese annuncerà "un investimento e un accordo di cooperazione strategica con una importante startup con sede negli Usa". Uber si appresta quindi a ricevere finanziamenti in cash e in titoli dal colosso cinese che intende entrare in un mercato i cui protagonisti ad oggi sono Kuaidi Dache e Didi Dache sostenute finanziariamente da due aziende rivali di Baidu come Alibaba e Tencent. E proprio Didi Dache qualche giorno fa ha ricevuto un finanziamento di 700 milioni di dollari per estendere la sua attività in Cina, Da questo punto di vista, il mercato si fa più interessante proprio con l'ingresso di Uber che ha al suo fianco un partner così importante, con il quale di riforma il terzetto BAT (Baidu, Alibaba, Tencent) per indicare il tre colossi cinesi.

Per Uber, Baidu può davvero fungere da apripista in un mercato in forte crescita, nonostante le restrizioni. Con questo accordo la startup americana può accedere ad un tesoro di dati che provengono dai prodotti del motore di ricerca Baidu, come la ricerca e le mappe su mobile e avere accesso anche su 91Wireless, uno dei più grandi app store cinesi acquisito lo scorso anno per la cifra di 1.9 miliardi di dollari.

Baidu ad oggi è il secondo motore di ricerca più grande del mondo con una fetta di mercato a livello globale che arriva al 29%. Ultimamente sta cercando di espandersi in Medio Oriente e anche in Brasile, dove ha acquisito un sito e-commerce molto utilizzato. Nel 2007 Baidu è stata la prima azienda cinese ad essere accolta nel listino di Wall Street (BIDU).

Uber nelle ultime settimane è stata al centro dell'attenzione anche per nuovi problemi nati soprattutto in Asia, in special modo in India e in Tailandia, ma anche negli Usa, dove due città come Los Angeles e San Francisco hanno fatto causa alla startup. E problemi di recente ce ne sono stati, di nuovo, anche in Europa, in Spagna per la precisione, dove il servizio è stato vietato in seguito ad un'ordinanza di un giudice di Madrid.

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