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Bitcoin e nuovi crolli, in poche ore andati in fumo 60 miliardi di dollari

Bitcoin, e tutte le altre criptovalute, di nuovo in caduta libera. Da quando si rivela da CoinMarketCap, piattaforma che monitora l’andamento finanziario delle valute virtuali, le 10 principali monete virtuali hanno fatto registrare crolli a due cifre.
A cura di Francesco Russo
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Bitcoin, e tutte le altre criptovalute, di nuovo in caduta libera. Da quanto rivelato da CoinMarketCap, piattaforma che monitora l'andamento finanziario delle valute virtuali, le 10 principali monete virtuali hanno fatto registrare crolli a due cifre. Un nuovo crollo che è strettamente legato all'annuncio di Google di voler bloccare gli annunci pubblicitari relativi a criptovalute e ICO dal prossimo mese di giugno. Dalla diffusione della notizia i Bitocoin hanno cominciato la loro flessione. Si è trattato in verità di un ulteriore ribasso che ha seguito un trend negativo che va avanti ormai da inizio gennaio. Al momento un bitcoin è scambiato a circa 7.900 dollari con un calo di oltre il 13 percento, mentre Ethereum è scambiato a circa 590 dollari con un calo di oltre il 14 percento.

La notizia che Google da giugno non accetterà più pubblicità relativa a criptovalute e affini dal prossimo mese di giugno ha avuto un ulteriore effetto. Da ieri Bitcoin, e le altre principali monete virtuali, hanno cominciato una nuova flessione verso il basso. Gli esperti stimano che nel giro di 24 ore siano andati in fumo 60 miliardi di capitalizzazione. Le cripotovalute soffrono ancora di una forte volatilità e questi fenomeni sono quindi molto frequenti. Solo nel mese di dicembre si assisteva alla "febbre da bitcoin" con i prezzi che erano quasi arrivati a 20 mila dollari, un record assoluto. Per poi riscendere lentamente. Il mese scorso il prezzo era sceso sotto i 6 mila dollari, per poi risalire lentamente. La scorsa settimana si era registrato un nuovo ribasso in seguito al tentativo di violazione del sito Binance dove si scambiano bitcoin.

Ma alla base di questi recenti crolli, incluso quello di ieri seguito all'annuncio di Google, vi sono le decisioni delle autorità americane, e non solo, che spingono verso una maggiore regolamentazione. La SEC, l'equivalente della Consob italiana, allo scopo di proteggere gli investitori, spinge affinchè presto tutte le piazze dove avvengono scambi di criptovalute siano registrate presso l'autorità, quindo riconosciute e regolamentabili. Vedremo quale sarà l'evoluzione.

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