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Blogger cinese chiede scusa in tv per aver criticato il Partito Comunista

Il blogger Charles Xue compare in tv dopo il suo arresto e chiede scusa per aver criticato l’operato del Partito Comunista attraverso il social network di Sina Weibo. Sconforto per i suoi ammiratori.
A cura di Daniele Cretella
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Tempi duri per gli internauti cinesi. Non che siano mai stati favorevoli a dire il vero, a causa delle numerose limitazioni che quotidianamente vengono imposte dal Governo che risultano semplicemente inimmaginabili per la maggior parte degli utenti occidentali. Ma è un evento accaduto nel corso delle ultime ore ad aver lanciato nello sconforto chi aveva sperato in un cambiamento, nella garanzia di una maggiore libertà di espressione. Si tratta delle pubbliche scuse di Charles Xue (noto anche con il nome di Xue Manzi) andate in onda durante il telegiornale della tv di Stato Cctv per aver criticato il Partito Comunista cinese diffondendo messaggi irresponsabile e notizie false.

Xue, fino a pochi mesi fa un importante uomo d'affari ed una vera e propria celebrità del web, aveva costruito nel corso degli ultimi anni l'immagine di un "eroe" nel mondo dei social network dove le sue discussioni ed i commenti, la maggior parte dei quali pubblicati sul sito Sina Weiboattiravano migliaia di utenti provocando milioni di interazioni. Tutto era andato liscio, fino a quando non ha intrapreso alcune settimane fa una vera e propria sfida nei confronti del Partito Comunista che, in un primo momento, non sembrava aver dato peso alle parole del blogger. Improvvisamente, però, Xue è stato arrestato con l'accusa di aver partecipato ad alcuni festini a luci rosse, infangando la sua reputazione di uomo modello. Ma dalle scuse apparse nelle scorse ore in tv, appare chiaro che le vere ragioni del suo arresto sono legate alla diffusione dei suoi contenuti online e non dei suoi comportamenti lussuriosi.

"Mi sono sentito come un imperatore – ha affermato il blogger – vedendo milioni di risposte e di contatti ad ogni mio commento. La vanità mi ha trascinato, fino a sottovalutare la responsabilità di chi forma l'opinione sociale". Addirittura, Xue si dice pronto a collaborare con le autorità per rendere la rete un luogo più "ordinato". Insomma, una vera e propria ritrattazione che somiglia spaventosamente a quella imposta a Galileo Galilei dal Sant'Uffizio oltre 400 anni fa. Allora, era l'universo a far paura con la sua immensità. Oggi è internet a provocare lo stesso effetto.

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