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Boom degli smart speaker: il settore cresce del 44,9%, ma la privacy è a rischio

Amazon trascina la crescita del settore, ma i maggiori produttori fanno tutti registrare risultati in crescita. Soffre solo Google, che lascia il passo alla concorrenza cinese di Alibaba e Baidu scivolando in quarta posizione, ma in generale il pubblico sembra aver acettato l’idea di vivere con un microfono periodicamente acceso e connesso a Internet dentro casa.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Gli altoparlanti intelligenti rendono più semplici le attività quotidiane tra le mura domestiche, ma restano pur sempre dei microfoni periodicamente accesi e connessi a Internet inseriti nel cuore delle abitazioni; di quest'ultimo aspetto però sembra che il grande pubblico sia sempre meno interessato. Stando agli ultimi dati diffusi dalla società di analisi Canalys, l'avanzata degli smart speaker nei salotti di tutte le case sembra infatti inarrestabile: il numero di dispositivi venduti è cresciuto in un anno del 44,9 percento e soltanto nell'ultimo trimestre ne sono stati smerciati più di 28 milioni e mezzo in tutto il mondo.

A guidare la carica ci sono i dispositivi Echo di Amazon, animati dall'assistente digitale Alexa e che – spinti dal potente canale di distribuzione online del gruppo di Jeff Bezos – sono stati venduti in ben 10,4 milioni di unità. A seguire però non si trova più Google come l'anno scorso, ma due aziende cinesi: Alibaba e Baidu, che non per niente rappresentano i corrispettivi orientali dei due gruppi statunitensi. Nell'ultimo anno i due colossi orientali dell'ecommerce e delle ricerche online si sono resi protagonisti di crescite spettacolari – del 77,6 e del 290,1 percento – che li hanno portati a vendere rispettivamente 3,9 e 3,7 milioni di altoparlanti intelligenti. La casa di Mountain View dal canto suo ha rallentato, passando a 3,5 milioni di dispositivi venduti rispetto ai 5,9 dello stesso trimestre dell'anno scorso.

Di fatto Google è l'unica società tra le prime 5 del settore in fase di rallentamento – un fenomeno dovuto probabilmente al fatto che il gruppo è impegnato a ristrutturare la sua offerta per integrarla con quella dei prodotti a marchio Nest – ma nel complesso il settore sembra destinato a crescere ancora per diverso tempo. Stando ai dati riportati da Canalys infatti l'interesse del pubblico sta infatti passando agli smart display: al momento questi gadget rappresentano il 20 percento di quelli venduti, ma la loro crescita rispetto all'anno scorso è stata del 500 percento.

Mentre i produttori si affannano a lanciare sul mercato gadget sempre meno costosi e più interconnessi con app e servizi di sviluppatori terzi, le minacce per la privacy poste da questi dispositivi restano quasi immutate rispetto all'uscita sul mercato dei primi esemplari. Non si tratta soltanto di attacchi hacker che permettono di prenderne il controllo (e con esso controllare l'intera casa) o di app malevole capaci di tramutarsi in spie nascoste direttamente dentro casa, ma della natura stessa di questi gadget – che non sono complementi d'arredo magici, ma prodotti connessi alla Rete che si nutrono delle informazioni che forniamo loro per arricchire le aziende che li vendono.

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