Brasile, giudice chiede la chiusura di Facebook per un giorno
Ciò che sta accadendo in queste ore in Brasile rischia di segnare un precedente unico nella storia dei social network. Per la prima volta un tribunale chiede che Facebook venga sospeso per 24 ore come punizione per la mancata rimozione di una pagina di cui era stata chiesta la cancellazione da parte di un politico locale. Dalmo Menezes è un consigliere municipale del Partito Progressista e durante la campagna elettorale in corso in Brasile ha fatto richiesta a Facebook di rimuovere una pagina, "Reacciona Praia Mole", sulla quale molti utenti in forma anonima lo avevano bersagliato di critiche e di accuse per la sua politica immobiliare.
Nonostante si tratti di una legittima manifestazione di pensiero, la forma (ovvero la diffusione di messaggi anonimi di natura aggressiva) ha violato in qualche modo la normativa elettorale locale, eppure, nonostante le ripetute richieste da parte di Menezes, lo staff di Facebook non ha proceduto nell'accogliere la sua richiesta e la pagina è rimasta online. Da qui la decisione di venerdì del giudice Luis Schuch di chiedere la sospensione dell'intero servizio in Brasile oltre ad una multa di 25.000 dollari per ogni giorno di ritardo nella rimozione della pagina contestata. Oggi dovrebbe arrivare il verdetto, ma se questo fosse pronunciato in favore del politico brasiliano si tratterebbe di un episodio unico nella storia dei social network.
Per la prima volta infatti un paese democratico potrebbe chiedere la chiusura dell'intero servizio (interrompendo l'accesso dal paese) per una presunta violazione della normativa elettorale, una reazione non certo misurata e proporzionata al danno e che rischia soprattutto di trasformarsi in un pericoloso precedente con la possibilità che altre nazioni decidano di intraprendere questa strada dinnanzi a violazioni o presunte tali.