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Byoblu è stato “censurato” da Google? Facciamo chiarezza

Vediamo di capire quelle che possono essere state le motivazioni di AdSense nel ritenere sconveniente associare le pubblicità degli inserzionisti ai contenuti del blog di Claudio Messora.
A cura di Juanne Pili
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Ha fatto scalpore un recente video di Claudio Messora dove denuncia di essere stato vittima di censura da parte del servizio AdSense di Google, quello che permette ai creatori di monetizzare i propri contenuti in Rete, mediante l'inserimento di banner pubblicitari nei loro spazi online. Il suo blog quindi non è stato oscurato ma gli sarebbe stata tolta la monetizzazione. Non sta a noi discutere il concetto di "censura" secondo Messora, facciamo solo notare che nel senso comune dovrebbe comportare l'impossibilità di esprimere le proprie opinioni pubblicamente, cosa che non ci sembra essere ancora avvenuto.

Due articoli in particolare fanno abbastanza riflettere: quello sul polonio che sarebbe possibile acquistare senza problemi in Internet, e quello sullo studio che dimostrerebbe una maggiore intelligenza e larghezza di vedute da parte degli utenti complottisti. Nel primo caso si parla dell'omicidio Litvinenko mediante avvelenamento da pollonio 210. Nell'articolo – firmato da un suo collaboratore – si sostiene che sarebbe possibile acquistare del polonio radioattivo in un sito americano; scopriamo che tale sito appartiene a Bob Lazar, sedicente fisico che a suo tempo divenne famoso per aver sostenuto di aver lavorato nell'area 51 e di essere stato a conoscenza di tecnologia aliena ivi sperimentata. Consultammo allora il fisico Marco Coletti di EduTube Italia. Nell'articolo infatti si sosteneva che la sostanza utilizzata fosse estremamente volatile, in realtà la tendenza a evaporare è possibile solo a partire da 50° C. Nel sito inoltre i campioni in vendita non sono diversi da quelli comunemente usati nei laboratori universitari, in foto vengono riportati semplici emettitori standard, i quali contengono quantità infinitesime; sarebbero occorsi circa 2300 di quei campioni per ottenere una dose minimamente letale. Infine lo studio sui complottisti "più sani ed equilibrati" presentato da Byoblu come "nuovo" in realtà era già abbastanza datato. Oltre a questo sarà lo stesso primo firmatario della ricerca, Michael J. Wods, a smentire le interpretazioni che proprio i teorici di complotto fornivano del suo lavoro. Non si dimostrava affatto che i complottisti sono più razionali, sani ed equilibrati; a dirla tutta in quella ricerca viene messo in risalto proprio l'irrazionalità dei complottisti. Anche la smentita era molto precedente all'articolo di Byoblu. Lasciamo ai lettori giudicare se per caso non si tratta di due esempi di notizie false o imprecise; proprio quel genere di contenuti che AdSense vorrebbe scoraggiare.

Altri articoli emblematici pubblicati su Byoblu potrebbero essere stati interpretati come estremamente pericolosi dai gestori del servizio, come mette in evidenza Matteo Flora il quale nel suo video riporta in descrizione diversi esempi: in un articolo si divulgano affermazioni di alcuni negazionisti dell'Hiv (o della sua pericolosità) in aperta antitesi con le ricerche finora effettuate (una montagna, ritenute valide dalla comunità scientifica) e che si ritiene abbiano salvato milioni di persone, permettendo loro di avere una vita piena e più lunga. Forse i gestori di AdSense hanno pensato che articoli del genere potessero fare intendere che l'Aids non sia contagiosa? Senza contare gli articoli sui vaccini e sui terremoti. Alla fine del filmato Flora cita anche un video di Messora dove parrebbe che inviti i suoi lettori a una shit-storming contro di lui; questo potrebbe suonare contraddittorio da parte di chi lamenta di essere stato censurato e del pericolo di una ridotta libertà di espressione in Rete.

Byoblu nei principali siti italiani di debunking. Un altro aspetto che non possiamo ignorare è il modo in cui Byoblu viene concepito dai principali siti italiani di debunking. Il blog di Messora compare infatti nella Black list di Bufale.net; viene debunkato in diverse occasioni dal Butac; infine – anche se non si tratta di un sito di debunking – lo stesso M5S annunciò una querela contro di lui, per alcune sue illazioni ai danni del Movimento. Ipotizziamo che tutto questo possa avere condizionato le decisioni dei responsabili di AdSense.

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